Coronavirus, il lockdown ha spinto i consumi di pasta in tutta Europa

di Caterina Galloni
Pubblicato il 15 Novembre 2020 - 20:00 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, il lockdown ha spinto i consumi di pasta in tutta Europa

Coronavirus, il lockdown ha spinto i consumi di pasta in tutta Europa (foto Ansa)

Pasta, è il boom in Europa durante il lockdown per il covid.

La pasta è economica, gustosa e versatile, afferma Laurenza della International Pasta Organisation, il che la rende particolarmente conveniente per le famiglie a corto di soldi colpite dalla pandemia.

Intervistato dall’Economist, Luigi Cristiano Laurenza esprime fiducia.

Il consumo di pasta in tutto il mondo è aumentato da 7 milioni di tonnellate nel 1999 a 16 milioni di tonnellate dello scorso anno, riferisce, anche prima che diventasse un alimento base della pandemia.

Negli ultimi anni l’Italia può aver perso un po’ l’appetito ma c’è spazio per la crescita quasi ovunque, in particolare in Africa e in Asia.

Racconta l’Economist: nel primo lockdown, gli scaffali dei supermercati erano presi d’assalto dagli acquirenti, ansiosi di comprare carta igienica e pasta.

Il gusto per la pasta è stato un vantaggio per l’Italia, un paese in profonda recessione. Sebbene gli italiani rimangano i maggiori consumatori di pasta al mondo, si parla di 23 kg pro capite all’anno, i pastifici esportano il 60% della loro produzione, principalmente in Europa e in America.

Stando in casa, molte persone preparavano piatti di spaghetti, fettuccine e farfalle. Secondo l’Istat le esportazioni di pasta nei primi sei mesi dell’anno sono aumentate del 30% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Barilla, il più grande produttore di pasta al mondo con un fatturato nel 2019 di € 3,6 miliardi deve tenere il passo con l’aumento della domanda.

Durante il lockdown in primavera la sede high-tech dell’azienda, a Parma, ha prodotto 1.000 tonnellate di pasta al giorno. Alcuni degli altri stabilimenti Barilla hanno prodotto più pasta di sempre, afferma Bastian Diegel di Barilla in Germania, anche se a costi notevolmente superiori dovuti alle misure di sicurezza.

Ha continuato a produrre tutte le sue 120 varietà. Garantire le forniture alla Germania, uno dei mercati più importanti di Barilla, ha richiesto inoltre appositi trasporti.

A partire da marzo, fornire il 22% della pasta e ben il 39% delle salse consumate in Germania ha comportato l’invio di due treni a settimana da Parma a Ulm, il principale magazzino nel Paese.

Ogni treno ha 16 vagoni che trasportano 490 tonnellate di pasta, 60 tonnellate di salse e 50 tonnellate di pesto. Da giugno i treni circolavano tre volte a settimana e presto potrebbero fare quattro viaggi. La domanda per Barilla e altri pastai è se il boom sopravviverà alla pandemia. (Fonte: Economist)