Corte dei Conti: “Troppe tasse e corruzione”. Ma promuove il condono

Pubblicato il 5 Febbraio 2013 - 12:01| Aggiornato il 29 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – In Italia troppe tasse hanno “effetto recessivo” e la corruzione è così presente che “condiziona l’economia”. Lo dice Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il procuratore generale Salvatore Nottola ha detto però che il condono fiscale ha ”motivazioni intuitive e fondate”. Spiegando anche quali: “Deflazionare il contenzioso e realizzare introiti in tempi rapidi”

Tasse

“In un periodo di tempo breve e con l’urgenza di corrispondere alle richieste dell’Europa – ha spiegato Giampaolino – i margini limitati di riqualificazione della spesa pubblica hanno reso necessario, dunque, un ricorso ad aumenti del prelievo tributario, forzando una pressione fiscale già fuori linea nel confronto europeo e favorendo le condizioni per ulteriori effetti recessivi; la pur comprovata maggiore efficacia delle misure di contenimento della spesa pubblica non ha, inoltre, consentito, in presenza di un profilo di flessione del prodotto, la riduzione dell’incidenza delle spese totali sul Pil, che resta al di sopra dei livelli pre-crisi”.

Corruzione

In Italia la corruzione ha assunto una “natura sistemica” che “oltre al prestigio, all’imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione pregiudica l’economia della nazione”.

Bilancio

Tuttavia, sempre secondo il presidente della Corte dei Conti, “al nuovo Parlamento e al nuovo governo spetta il compito di esplorare le azioni in grado di generare una più equilibrata composizione di entrate e spese. Bisogna infatti restare sul sentiero di risanamento che conduce al pareggio di bilancio”.