Cremaschi contro i compensi dei manager Fiat: “Ci rimettono solo i lavoratori”

Pubblicato il 20 Febbraio 2010 - 18:24 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Cremaschi della Fiom

«Non mi scandalizzano gli alti compensi in sé, ma il fatto che quest’anno i bonus dei top manager della Fiat cresceranno di almeno un terzo, mentre contemporaneamente i premi dei dipendenti verranno ridotti del 30-40 per cento e stiamo parlando di cifre già basse: l’anno scorso si erano attestati in media tra gli 800 e i 900 milioni».

A Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale della Fiom, proprio non va giù la notizia secondo la quale quest’anno, nonostante la crisi e la cassa integrazione, i top manager incasseranno compensi che superano di almeno un terzo quelli dell’anno precedente.

In particolare, all’amministratore delegato Sergio Marchionne, per il fatto di aver raggiunto un utile di gestione di 1,1 miliardi e di aver tenuto l’indebitamento a 4,4 miliardi, è stato assegnato un bonus di 1,343 milioni, che si aggiunge ai 3,347 milioni percepiti per la carica ricoperta nel Gruppo.

Luca di Montezemolo incasserà 5,2 milioni, di questi 550mila euro sono la retribuzione per la presidenza, mentre 4,6 milioni comprendono l’emolumento per la presidenza Ferrari e il raggiungimento dei bonus legati agli obiettivi di bilancio di Maranello. Mentre al vicepresidente John Elkann vanno 631mila euro. In tutto, per i top manager di prima fascia il monte stipendi è salito dagli undici milioni del 2008 ai diciannove del 2009.

Gli aumenti verranno proposti all’assemblea degli azionisti della Fiat in calendario il 26 marzo. «Per alcuni non c’è il mercato, c’è il miglior socialismo possibile – commenta amareggiato Cremaschi – per i dipendenti ci sono la cassa integrazione e i tagli, e per di più quest’estate avranno il premio ridotto. È una situazione identica a quella dei manager bancari, sui quali si sono riversate però molte più critiche».