CRISI AUTO, MARCHIONNE: TRA DUE ANNI SOLO 6 COSTRUTTORI, DI CUI DUE EUROPEI

Pubblicato il 8 Dicembre 2008 - 06:17 OLTRE 6 MESI FA

Il mondo dell’auto potrebbe venire trasformato dalla crisi economica come mai prima d’ora. «La nostra strategia delle alleanze industriali mirate era un metodo per arrivare a un certo tipo di aggregazione. Ma vista la situazione dei mercati e quel che ci aspetta in futuro, quanto fatto finora non basta. Per fare soldi bisogna produrre almeno 5,5-6 milioni di veicoli all’anno. È quindi necessario fare delle aggregazioni, in un modo o in un altro» sottolinea  Sergio Marchionne l’amministratore delegato del Gruppo Fiat Sergio Marchionne in una intervista pubblicata oggi sul quindicinale dell’industria dell’auto «Automotive News Europe».

LA NUOVA PROSPETTIVA – Marchionne definisce la sua visione «molto draconiana» ma a suo avviso «al termine di questo ciclo di crisi, diciamo tra 24 mesi, resteranno i seguenti protagonisti indipendenti: un costruttore americano, uno tedesco, uno europeo-giapponese con una significativa estensione negli Stati Uniti, uno giapponese, uno cinese e un altro potenziale europeo». «I Wal-Mart del mondo dell’auto (la più grande catena di supermercati del mondo che vende prodotti a basso costo ndr), e Fiat Group Automobiles è uno di questi, devono convenire che in futuro – dice – sarà richiesto un nuovo modello di business, ben diverso da quello attuale, dove l’indipendenza non è più sostenibile. Visti i livelli degli investimenti richiesti per lanciare nuovi modelli, non è pensabile che tutti gli attuali protagonisti del settore conservino la loro indipendenza».

NUOVI MODELLI – Nell’intervista Marchionne sottolinea infine che sta lavorando per «fare in modo che Fiat Group Automobiles sia al sicuro perchè ha buoni marchi e un buon management». «Sto tirando i freni su tutto – ha sottolineato Marchionne – sto tirando i freni su nuovi modelli il cui sviluppo non è ancora arrivato all’80% o al 90%. La nuova Alfa 147 uscirà sul mercato, questo è sicuro, ma se mi chiedete se investirò in un nuovo Suv per l’Alfa la risposta è no».