Crisi, Bce-Fmi: “Allarme contagio. A rischio il pil mondiale”

Pubblicato il 14 Luglio 2011 - 19:27 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 14 LUG – Su Eurolandia si allunga l’ombra di un contagio della crisi finanziaria. Tanto che il Fondo monetario internazionale avverte: per l’economia mondiale ”i rischi al ribasso sono aumentati”. E la Banca centrale europea chiede una ”azione decisa” sulle politiche di bilancio perche’ ”le circostanze sono molto difficili”.

Gli spread danno tregua all’Italia e alla Spagna, che negli ultimi giorni avevano toccato con mano quanto sia vicino il pericolo di un allargamento dell’incendio divampato in Grecia e allargatosi a Irlanda e Portogallo.

Ma l’allarme resta evidentemente alto se il Fmi, di fronte allo stallo sul nuovo salvataggio che ha fatto slittare un vertice europeo a un passo dalla convocazione ufficiale, chiede di agire ”con urgenza per gestire la crisi e ridurre i rischi di contagio”. Spiegando che ”i rischi di una mancata soluzione alla crisi sono seri”. E che anche il sistema finanziario ”resta vulnerabile”, con il rischio che degli ”shock” possano avere ”significative ripercussioni”.

Anche la Bce, nel suo bollettino mensile, invita a non abbassare la guardia di fronte a una crisi nata dal dissesto dei conti pubblici e che continua ad alimentarsi dell’ ”incertezza” sul salvataggio di Atene. ”I Paesi dell’area euro – avverte l’Eurotower – devono come minimo onorare gli impegni di risanamento dei conti pubblici previsti, per il 2011 e oltre, nell’ambito delle rispettive procedure per i disavanzi eccessivi”.

L’invito, che sembra andare in parallelo con quello ieri rivolto all’Italia dal governatore della Banca d’Italia (e dal prossimo novembre presidente Bce) Mario Draghi, e’ al massimo rigore possibile. ”Fondamentale” – dicono gli uomini di Jean-Claude Trichet – e’ precisare misure di risanamento per il 2012 e oltre, per persuadere i cittadini dell’area euro ma anche i mercati”.

Come detto ieri da Draghi, occorre pero’ anche rilanciare la crescita: con ”riforme strutturali consistenti ed esaustive – dice oggi la Bce – per rafforzare la competitivita’, la flessibilita’ e il potenziale di crescita a lungo termine”.

Lo richiede l’allarme sui mercati, con l’attacco che fra venerdi’ e lunedi’ scorso ha fatto temere per l’Italia. ”I timori di una propagazione della crisi ad altri Paesi dell’area dell’euro oltre Grecia, Irlanda e Portogallo hanno continuato a pesare sul clima”, dice la Bce riferendosi ai giorni di giugno ed evocando ”aumenti dei differenziali sulle obbligazioni sovrane” anche in altri Paesi oltre a quelli gia’ soccorsi dalla Ue e dal Fondo monetario internazionale.

Anche se un ruolo l’ha giocato anche la fuga verso investimenti rifugio come il bund tedesco, facendone arretrare i rendimenti e di conseguenza gonfiando lo ‘spread’ di Paesi come Italia e Spagna.

Un quadro che sembra preoccupare l’Eurotower. Perche’ anche se regge, la crescita e’ rallentata nel secondo trimestre. L’occupazione migliora, ma e’ restata al 9,9% a maggio. E l’inflazione al galoppo (2,7% a giugno) fa dire alla Bce che le condizioni monetarie sono ancora ”accomodanti”, e occorrera’ ”seguire con molta attenzione tutti gli sviluppi relativi ai rischi al rialzo per la stabilita’ dei prezzi”.