Crisi, Bernanke: “Ripresa debole per risollevare il lavoro”

Pubblicato il 24 Settembre 2010 - 23:36| Aggiornato il 25 Settembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Ben Bernanke

I mercati stanno funzionando normalmente ma gli sforzi messi in campo e concertati ”non sono finora riusciti a produrre una ripresa economica sufficientemente vigorosa da ridurre l’elevato livello di disoccupazione”. Il presidente della Fed Ben Bernanke ribadisce le proprie preoccupazioni sulla ripresa americana, troppo debole per risollevare il mercato del lavoro, segnalando – secondo gli analisti – la volonta’ della Fed di intervenire nei prossimi mesi. Nel corso dell’ultima riunione la banca centrale americana ha ripetuto di essere pronta ad agire nel caso in cui fosse necessario. Dall’Universita’ di Princeton, dove ha insegnato dal 1985 al 2002, Bernanke osserva come le nuove regole introdotte aiuteranno a ridurre il rischio di nuove crisi finanziarie.

”I numerosi passi in avanti compiuti, sia a livello legislativo sia delle singole autorita’, renderanno il nostro sistema piu’ resistente agli shock anche se non garantiranno che nuove crisi non si ripetano”. Bernanke dedica la maggior parte del suo intervento a difendere la professione degli economisti, da alcuni accusati di essere la causa della crisi e della recessione con le loro teorie. ”Le cattive teorie economiche non sono la causa” che, invece, e la cattiva gestione dell’economia. A criticare aspremente la professione degli eocnomisti e’ un altro professore di Princeton, Paul Krugman, secondo il quale gli addetti del settore sono innamorati di teorie che idealizzano i mercati.

Per il presidente della Fed, invece, le teorie economiche esistenti hanno aiutato la politica a capire meglio le istituzioni finanziarie e i titoli legati ai mutui. In ogni caso, ammette Bernanke, molti fra coloro che effettuano previsioni hanno commesso errori durante la crisi. ”Quasi universalmente, gli economisti hanno fallito nel prevedere la natura, la tempistica o la severita’ della crisi. Questi pochi che hanno lanciato avvertimenti solitamente avevano identificato solo isolate debolezze nel sistema ma nulla dei complessi e collegati meccanismi che hanno amplificato lo shock iniziale e si sono tradotti in una devastante crisi globale e recessione”.