Crisi/ Cgil: salari fermi dal 1993, un milione di posti di lavoro a rischio

Pubblicato il 27 Marzo 2009 - 14:28 OLTRE 6 MESI FA

«I salari netti sono fermi al 1993. Nel 2009, a rischiare il posto di lavoro, saranno quasi un milione di lavoratori». Sono le conclusioni contenute nel quarto rapporto su salari e produttività redatto dall’istituto Ires-Cgil.

L’analisi del sindacato evidenzia che il fisco in 15 anni si è “mangiato” guadagni di produttività per 6.738 euro a lavoratore. Viceversa, lo Stato ha beneficiato di 112 miliardi di euro tra maggiore pressione fiscale e fiscal drag.

Secondo il sindacato, dal ’93 al 2008 le retribuzioni nette sono cresciute meno di quelle lorde. E’ per questo, accusa ancora la Cgil, che «il fisco ha mangiato i pochi guadagni di produttività»; il che dimostra che la contrattazione da sola non basta a tutelare il potere d’acquisto dei salari: «Ci vuole una nuova politica dei redditi, interventi più forti per sostenere la ripresa produttiva».

La proposta avanzata dalla Cgil è un aumento mensile di 100 euro in busta paga dal 2010. La copertura della maggiore spesa potrebbe provenire, secondo la Cgil, da «una minore spesa per interessi sul debito; dalla restituzione del fiscal drag; dalla lotta all’evasione, e infine, dalla maggiore propensione al consumo».

Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani annuncia che il picco della crisi economica «arriverà nel secondo trimestre di quest’anno. È singolare la tesi secondo cui la crisi appena iniziata sia già finita. Non è così. Il peggio deve ancora venire».