Crisi/ Deficit 120%, disoccupazione 10%. Presente grigio, futuro tosto

Giancarlo Usai (Scuola di Giornalismo Luiss)
Pubblicato il 15 Maggio 2009 - 15:27 OLTRE 6 MESI FA

Futuro tosto e presente grigio per chi oggi è giovane, si dovrà vivere tra il 10 per cento di disoccupazione per almeno un paio di anni e il 120 per cento di debito pubblico per almeno un decennio. Il debito pubblico è destinato a raggiungere il 120 per cento del Prodotto interno lordo nel giro dei prossimi venti mesi. L’Italia, che vive la stessa situazione economica critica degli altri Paesi dell’Unione europea, affronta però la recessione in modo diverso. Il dibattito politico, infatti, non pare considerare come una priorità le questioni economiche. Molto differente il quadro europeo: in Germania, Angela Merkel, in piena campagna elettorale, ha fatto sapere senza remore che il futuro riserva «anni molto difficili, che richiederanno sforzi drammatici». Stesso atteggiamento tenuto in Francia dal governo. Proprio il primo ministro François Fillon affronta con schiettezza in pubblico la difficile congiuntura: «Rifiuto in tutti i modi di alzare le tasse. – ha detto a Le Figaro – Piuttosto taglieremo la spesa pubblica».

Neanche la pubblicazione da parte del ministero dell’Economia della “Relazione unificata sull’economia e sulla finanza pubblica” ha incentivato il mondo politico italiano ad affrontare la priorità del debito galoppante. Eppure nel documento sono chiaramente spiegati i fattori più rilevanti che incidono sul bilancio statale: calo delle entrate tributarie e spesa impossibile da tagliare, nonostante sia una voce da razionalizzare. Come scrive Carlo Bastasin sul Sole 24 Ore, se in Francia e Germania esiste un ben definito modello di crescita, il governo italiano non ha ancora fatto sapere di avere idea su come ridurre drasticamente il debito.

A complicare le cose ci si mettono anche gli organismi internazionali con le loro previsioni. Il Fondo monetario internazionale sostiene che il deficit medio dei membri del G-20 raggiungerà il 110 per cento del Pil entro il 2014. Ancora più allarmanti gli orizzonti prospettati in ambito europeo dalla Banca centrale di Francoforte: seppure la ripresa economica potrebbe davvero esserci già a partire dal 2010, la disoccupazione raggiungerà dei tassi mai visti prima d’ora nel Vecchio Continente. Soltanto tra un anno avremo un disoccupato ogni dieci persone. Ed è sempre la Bce ad ammonire gli Stati membri sul fatto che risulta indispensabile prendere impegni «credibili» per aggiustare i bilanci pubblici.

Insomma, chi si appresta a diventare padre lo farà senza la certezza del lavoro e il debito pubblico lo pagheranno prima o poi sotto forma di inflazione e tasse i suoi figli, i nostri nipoti.