Crisi/ Draghi nelle Considerazioni Finali di Banca d’Italia: “Puntare su crescita o arduo risanare il debito”

Pubblicato il 29 Maggio 2009 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA

Volano spesa e disavanzo e il debito pubblico italiano torna ai livelli dei primi anni Novanta con il rischio “che sull’economia gravi a lungo una pressione fiscale molto elevata”. A lanciare l’allarme e’ il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, che avverte: per correre ai ripari “dobbiamo, da subito, puntare a conseguire una piu’ alta crescita nel medio periodo”.

D’altra parte i numeri parlano chiaro: il disavanzo pubblico nel 2009 superera’ il 4,5% e nel 2010 il 5%. L’incidenza della spesa primaria corrente salira’, nell’anno in corso, di tre punti percentuali. La spesa pubblica complessiva superera’ largamente il 50% del Pil. Contemporaneamente si registra un calo delle entrate tributarie: nei primi quattro mesi dell’anno l’Iva riscossa e’ stata inferiore del 10% rispetto al corrispondente periodo del 2008. L’imposta sui redditi delle imprese, scesa di oltre il 9% nel 2008, potrebbe flettere in misura ancora maggiore nel 2009. Una volta superata la crisi, quindi, “il nostro paese si ritrovera’ non solo con piu’ debito pubblico, ma anche con un capitale privato depauperato dal forte calo degli investimenti e dall’aumento della disoccupazione.

Se – spiega Draghi – dovessimo limitarci a tornare su un sentiero di bassa crescita come quello degli ultimi 15 anni, muovendo per di piu’ da condizioni nettamente peggiori, sarebbe arduo riassorbire il debito pubblico e diverrebbe piu’ cogente la necessita’ di politiche restrittive per garantirne la sostenibilita’”.

Per scongiurare questo scenario occorre dunque “assicurare il riequilibrio prospettico dei conti pubblici, attuare quelle riforme che, da lungo tempo attese, consentano al nostro sistema produttivo di essere parte attiva della ripresa economica mondiale”. In particolare “le misure di riduzione della spesa corrente vanno introdotte nella legislazione subito, anche se con effetti differiti, senza rinvii a ulteriori atti normativi e a decisioni amministrative”.