Crisi economica: la Spagna come la Grecia. Italia la prossima?

Pubblicato il 16 Febbraio 2010 - 11:22 OLTRE 6 MESI FA

Il premier Luis Zapatero sta correndo ai ripari per mettere a tacere le voci preoccupate che vogliono la sua Spagna come la prossima Grecia. Come riporta il settimanale tedesco Spiegel, i servizi segreti spagnoli sono infatti al lavoro per controllare i media britannici, accusati di aver “declassato” l’economia spegnola. Le cose però sono ben diverse. Secondo alcuni importanti economisti, come il premio Nobel Paul Krugman, la Spagna è ormai diventata l’epicentro della crisi economica europea, più della Grecia, del Portogallo, dell’Irlanda e anche dell’Italia, che non può considerarsi certo fuori dal terremoto finanziario.

Tutti i principali indicatori come pil e deficit, fanno presupporre per la penisola iberica anni di sofferenza: altro che sogni di sorpasso alla Gran Bretagna, come vaticinava solo un anno e mezzo fa Zapatero.

La “burbuja” immobiliare, ovvero la speculazione edilizia, ha creato un vero e proprio boom del settore. Finchè il mercato ha retto ha trascinato tutto il paese. Non sorretto da una solida base industriale, al primo scricchiolio di esplosione della bolla speculativa immobiliare in Usa, alla fine del 2007, ha trascinato in pochi mesi tutta l’economia spagnola in un vortice al ribasso da cui difficilmente adesso si riesce a vedere una fine.

Solo due anni fa Zapatero era il profeta di una nazione rampante in pieno boom economico, con l’ambizione sbandierata ai quattro venti di sopravanzare la Gran Bretagna. Così non è stato e in questi giorni sono gli stessi media inglesi a finire nel mirino del governo spagnolo, accusati di aver minato la fiducia nell’economia spagnola, agevolando le manovre speculative ai danni del paese.

I dati economici dell’economia spagnola, nella freddezza dei loro numeri, sono a dir poco inquietanti: disoccupazione al 20%, deficit al 11,4%, pil in caduta libera ( quest’anno -2,5, il 2010 ancora non si sa ma probabilmente ancora negativo ). A questi dati si aggiunga il fatto che il debito delle famiglie spagnole è tra i più alti d’Europa, cosa che in un periodo in cui le banche hanno chiuso i rubinetti del credito rischia di provocare un vero e proprio tornado sulla tenuta dei consumi e su un possibile rilancio dell’economia, con pesantissime ricadute a livello sociale.

La Spagna come la Grecia dunque, anzi, forse anche peggio.

E l’Italia? Dopo la recente notizia che ha indicato nelle grandi banche d’affari di Wall Street i complici di Grecia ed Italia nel lifting dei loro conti per ridurre il peso dei debiti e favorire l’ingresso nell’euro, un campanello d’allarme (forse anche di più), suona per l’Italia. Con una Grecia in profonda crisi, una Spagna che dire che arranca è dir poco, sarà l’Italia il prossimo paese sotto osservazione? I segnali ci sarebbero pure: i dati di pil e deficit sono allarmanti ed un Berlusconi che mesi fa annunciò che l’Italia è al sesto posto nell’economia mondiale ricorda vagamente uno Zapatero che disse che la Spagna avrebbe presto superato la Gran Bretagna.