Crisi Europa, allarme di Draghi e della Bundesbank: 2013, anno a rischio

Pubblicato il 8 Dicembre 2012 - 12:20 OLTRE 6 MESI FA
Il presidente della Bce, Mario Draghi (Foto Lapresse)

FRANCOFORTE – Contro la crisi in Europa ”si stanno facendo progressi, ma molto resta ancora da fare”. A dirlo è il presidente Bce, Mario Draghi, che in un intervento a Budapest invita a non ripetere gli errori del passato. Quel che intende il numero uno della Bce è di non puntare su alti livelli di inflazione al fine di ridurre il valore reale del debito pubblico. Tuttavia, il giorno dopo che la Bce ha portato in negativo la sua stima per il 2013 per l’intera zona euro, la Bundesbank, la banca centrale tedesca, ha fatto sapere di aspettarsi una crescita tedesca di appena lo 0,4%, un quarto dell’1,6% indicato lo scorso giugno.

La Germania va incontro a recessione, questo l’allarme, e in questo clima è piombata sui mercati l’indiscrezione, raccolta dalla Bloomberg, secondo cui alla Banca centrale, la maggioranza è a favore di un taglio dei tassi, che si è preferito rinviare, probabilmente agli inizi del 2013 per non dare ai mercati un segnale troppo negativo associato alla forte revisione delle stime sul Pil.

Da Budapest forte è stato il richiamo del presidente Draghi che ha spiegato: “La riduzione dell’esposizione bancaria sta generalmente procedendo in maniera ordinata, anche se i flussi creditizi verso l’economia reale risentono negativamente in alcune parti dell’Eurozona”. Inoltre ”alcuni Paesi stanno riducendo il debito, mentre altri stanno mettendo a punto strategie per rendere la riduzione del debito sostenibile nel tempo. E si stanno affrontando i punti deboli del settore finanziario e i loro legami con il debito sovrano”.

Il presidente della Bce condanna però “le politiche di bilancio irresponsabili”, che possono mettere a rischio la credibilità facendo intendere che l’aumento dell’inflazione sia la strada scelta per abbassare il debito pubblico. Draghi ha osservato inoltre che la crescita economica non passa per una maggior spesa pubblica, se questa è inefficiente. La spesa pubblica alta e inefficiente, ha osservato, può essere un freno all’attività economica, in quanto impone un altro carico fiscale e indirizza le risorse verso usi improduttivi.

Ma la notizia che l’economia locomotore dell’eurozona, quella tedesca crescerà al rallentatore il prossimo anno alimenta i timori e il pessimismo. La Germania crescerà solo dello 0,4% nel 2013, secondo la banca centrale tedesca, che ha ridimensionate anche le stime per quest’annno, dall’1% allo 0,7%, mentre nei due trimestri a cavallo fra il 2012 e il 2013 si prospetta addirittura una recessione.

Il modello tedesco, orientato all’export, soffre delle difficoltà di gran parte dell’area euro e dell’indebolimento della domanda dal resto del mondo.

La frenata dell’economia e il deciso calo dell’inflazione (che scenderà in Germania dal 2,1% attuale all’1,5% nel 2013) fanno sì, secondo fonti monetarie, che la Bundesbank non sia contraria all’ipotesi di un taglio dei tassi d’interesse da parte della Bce, mossa già discussa in consiglio giovedì scorso, come ha detto il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi.