Crisi, Fitch: “Se cade il governo il rating non cambia”

Pubblicato il 21 Giugno 2011 - 11:10 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Fitch attende di conoscere i dettagli sulla manovra di finanza pubblica da 40 miliardi di euro ”a fine mese o nella prima parte di luglio”. Ma l’agenzia americana, al momento, ”non prevede di cambiare il rating o le prospettive” sul merito di credito dell’Italia. A dirlo, in un’intervista all’ANSA, è David Riley, responsabile globale dei rating sovrani di Fitch.

Nei giorni scorsi sia Standard & Poor’s sia Moody’s, le due altre principali agenzia di rating, hanno peggiorato le prospettive sul merito di credito dell’Italia, portandole da ‘neutrali’ a ‘negative’. Fitch, che assegna all’Italia un ‘AA-‘ inferiore al giudizio di Moody’s ma superiore a quello di S&P, mantiene dunque invariato l’outlook sul voto relativo all’Italia.

”Se dovessero emergere nuove informazioni, ciò potrebbe spingerci a fare dei cambiamenti”, spiega Riley. Ma ”in questo momento non c’è intenzione di cambiare il rating o l’outlook”, perché ”il piano di consolidamento fiscale procede come previsto” e così anche il bilancio pubblico. Certo ”la crescita del primo trimestre è stata deludente” ma – dice l’analista – si tratta di un fattore presente da tempo e che già viene messo in conto nell’attuale rating italiano”.

Il rialzo dei premi di rendimento italiani, trascinati nei giorni scorsi dagli spread di Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, rappresenta una ”potenziale fonte di preoccupazione per Fitch, racconta Riley. Ma gli spread ”possono salire così come possono ridiscendere”, e ”non si tratta di un problema fondamentale. L’Italia viaggia a meno di 200 punti base di premio di rendimento sul bund tedesco, contro i 250 della Spagna, gli oltre 1.400 della Grecia, gli oltre 800 punti base di Portogallo e Irlanda.

Le attese sono tutte per la manovra 2013-2014: ”aspettiamo i dettagli”, spiega Riley. Mentre richiama scarsa attenzione il dibattito sulla possibilità di una riforma fiscale: ”non è fonte di preoccupazione per noi – dice l’analista di Fitch – finché i tagli fiscali sono pienamente finanziati” e cioè non provocano un peggioramento del saldo di bilancio. Questo risultato può essere ottenuto ampliando la base imponibile, combattendo l’evasione fiscale o tagliando la spesa.

In Italia ”non c’è nessuno spazio per riduzioni del carico fiscale che non siano interamente finanziate”, ha detto Riley, responsabile globale dell’agenzia di Fitch per i rating sovrani.  Qualsiasi riduzione del carico fiscale – spiega Riley – deve essere controbilanciata allargando la base imponibile, recuperando evasione o tagliando la spesa pubblica.

”Se il governo italiano dovesse inaspettatamente cadere, non cambieremmo automaticamente il rating o l’outlook”, purché ”un nuovo governo sia in grado di realizzare efficacemente le misure di rigore fiscale” necessarie, ha aggiunto il responsabile di Fitch per i rating sovrani a livello globale, secondo cui in Italia ”c’è ampio consenso sulla necessità di un consolidamento del bilancio”. ”La principale preoccupazione è se la ripresa dovesse andare in stallo, e l’Italia andasse in recessione mettendo a rischio il consolidamento fiscale”.