Crisi greca, la Germania darà nuovi soldi?

Pubblicato il 15 Giugno 2011 - 13:22 OLTRE 6 MESI FA

BERLINO – E’ di lunedì 13 giugno la notizia che l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha tagliato il rating di lungo periodo per le finanze della Grecia. Secondo S&P la valutazione dello stato di salute del paese merita una votazione CCC, inferiore alla precedente B, solo otto scalini prima della fatidica denominazione «spazzatura». Il giudizio, malamente accolto dai mercati, arriva a pochi giorni dalle importanti decisioni che l’Eurogruppo e il Fondo Monetario Internazionale dovranno prendere a proposito del rifinanziamento del debito greco.

E’ ormai chiaro a tutti che il piano di salvataggio della Grecia del 2010 non ha funzionato. Secondo gli accordi previsti dal prestito del 2012, il paese mediterraneo deve presentarsi davanti ai mercati ad inizio del 2012 per raccogliere, grazie alla vendita di titoli di stato, denaro con cui finanziare la spesa corrente. Il 6 giugno, in una lettera inviata ad alti funzionari dell’Unione Europea, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha scritto che «non è per nulla ragionevole» pensare che Atene possa tornare sui mercati finanziari nell’attuale congiuntura economica.

Il paese è attualmente gravato da 350 miliardi di euro di debito pubblico e le promesse riforme strutturali sono ancora lontane all’orizzonte. Il paese, se vuole rimanere nell’Eurozona, avrà bisogno a breve di una nuova iniezione di contanti. I principali creditori – l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale – stanno cercando di trovare la soluzione per un nuovo prestito.

Ai 110 miliardi di dollari che sono stati ceduti ad Atene nel 2010, se ne aggiungeranno presto diverse altre decine. Se un rapporto stilato ad inizio anno prevedeva 60 milioni di dollari supplementari, la somma di 100 miliardi sembra ormai più realistica. Altrimenti la Grecia non sarà in grado di presentarsi sui mercati finanziari nel 2013 e nel 2014.

Le decisioni che devono essere prese a Bruxelles e a New York riguardano la natura dei pagamenti. La Germania, principale creditore di Atene, ha concesso nel 2010 il prestito a denti stretti e la Merkel si è trovato di fronte ad un’opposizione politica, interna alla sua stessa coalizione, e popolare, guidata da potenti media come il tabloid Bild. Nel delicato panorama politico tedesco attuale, la CDU, il partito conservatore al potere, dovrà a tutti i costi indorare la pillola per riuscire a strappare nuovi «soldi tedeschi» per la Grecia.

Perfino all’interno della coalizione di governo, dei responsabili politici si stanno fin d’ora opponendo ad ogni nuovo intervento. Uno dei più importanti responsabili della CSU – il partito fratello della CDU, versione bavarese – ha detto che non si può permettere che il debito diventi un pozzo senza fondo. Klaus-Peter Willsch, esperto economico e consigliere della Merkel, ha precisato che non voterà per un aiuto finanziario supplementare perché «non puoi gettare soldi utili, dopo che hai gettato soldi che non sono serviti a niente». Nel Bundestag, il parlamento tedesco, la coalizione conservatrice ha solo 19 voti di scarto.

Per indorare la pillola all’opinione pubblica interna, il ministro delle finanze tedesco sta cercando di escogitare una strategia per finanziare la Grecia senza scatenare una crisi di governo. I creditori attuali dovranno forse depennare una parte dei crediti maturati nei loro confronti e dovranno prevedere i pagamenti in un arco di tempo più lungo.

Dall’altra parte la Germania, per rassicurare i contribuenti, vorrebbe implicare il settore privato nel nuovo prestito miliardario, una soluzione a cui la Francia e la Banca Centrale Europea hanno già espresso la loro opposizione.