Crisi. Grecia, rating è quasi “junk”, Italia e Francia pronte ad aiutare

Pubblicato il 9 Aprile 2010 - 21:14 OLTRE 6 MESI FA

Nuovo taglio del rating della Grecia, che scende a un soffio dal livello ‘junk’, ossia spazzatura. Intanto i prestiti promessi dalla Ue e dal Fondo monetario internazionale per Atene si fanno più concreti: Francia e Italia fanno sapere di lavorare insieme, mentre filtrano indiscrezioni su un accordo europeo ormai raggiunto per sbloccare i fondi, e su una conference call straordinaria della Banca centrale europea.

Bersagliata da giorni dalla speculazione finanziaria, la Grecia oggi ha tirato un sospiro di sollievo: i rendimenti dei titoli di Stato sono scesi, e anche l’euro ha recuperato terreno nonostante la nuova bocciatura del rating greco. Gli analisti dell’agenzia Fitch hanno tagliato di ben due livelli, da ‘BBB+’ a ‘BBB-‘, il merito di credito della Grecia, mantenendo negative le prospettive sul loro voto. Un ulteriore taglio porterebbe il rating di Fitch al livello ‘junk’, ossia spazzatura, che equivale a considerare i titoli di Stato greci un investimento così rischioso da essere puramente speculativo.

Il ministro delle Finanze greco George Papaconstantinou ha detto che Atene “non ha intenzione di fare ricorso” al meccanismo di sostegno Ue-Fmi, ma i mercati non gli hanno creduto e puntano su aiuti imminenti. A confortarli, oggi, è arrivato il rinnovato impegno di Francia e Italia: il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha detto da Parigi che è un “dovere dare un supporto alla Grecia”, e che aiutare Atene è “un nostro interesse” per evitare “conseguenze negative per la moneta comune e la nostra economia”. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha aggiunto che la Ue è pronta ad attivare gli aiuti “in qualsiasi momento”.

“Ogni volta che l’Ue ha attraversato una crisi – ha detto Sarkozy – ha saputo reagire a tempo e nel modo giusto. Italia e Francia, su questo punto, hanno esattamente la stessa posizione”. Che si avvicini la possibile attivazione dei prestiti Ue-Fmi annunciati a fine marzo lo indica anche la conference call del ‘board’ della Bce, non confermata dall’Eurotower, per discutere gli sviluppi della crisi. Un giro di telefonate a quello in cui oggi, secondo la Reuters, “è stato raggiunto un accordo” fra i vice ministri delle Finanze di Eurolandia e i banchieri centrali sui termini del possibile prestito alla Grecia.

Il finanziamento scatterebbe quando la Grecia dovesse dichiarare di non riuscire più a finanziarsi attraverso i titoli di Stato, e necessiterebbe di un via libera della Bce e della Commissione e del voto unanime dell’Eurogruppo. I tassi sul prestito, simili a quelli applicati dal Fmi, sarebbero intorno al 5%, non bassi ma ben al di sotto del 7,3% raggiunto dai rendimenti pagati in questi giorni dai titoli greci. Era stata la Germania, fautrice della linea dura nei confronti di Atene, a chiedere tassi di mercato. Secondo le stime, il costo per i contribuenti tedeschi di un aiuto alla Grecia si aggirerebbe sui 5,4 miliardi di euro, una cifra difficile da far digerire all’elettorato.