Crisi: La forza del coraggio e l’economia commissariata

Pubblicato il 19 Novembre 2009 - 18:44 OLTRE 6 MESI FA

Ad una crisi globale e sistemica come quella che stiamo attraversando dovrebbero corrispondere misure incisive e lungimiranti. Infatti, fin dai primi segnali della catastrofe finanziaria la riforma delle «regole» è stata invocata da moltissime voci. Eppure, a più di un anno dal dissesto, dopo molto parlare, le iniziative a livello globale non si sono pressoché viste. Ogni governo ha dovuto agire autonomamente per risolvere i numerosi problemi sollevati dalla crisi, primi fra tutti gli obiettivi di « moralizzare » la finanza e di rilanciare l’economia reale.

Un piano economico che ha destato scalpore in Europa è quello proposto dalla cancelliera tedesca. Angela Merkel ha promesso un taglio delle tasse straordinario. Secondo la prima proposta, la cifra mobilitata dal piano è vertiginosa, 22 miliardi di euro per sgravare la fiscalità da subito, più altri, non quantificati, nel 2011.

Questa manovra ha consegnato alla figura da sempre un po’ smorta della “Mamma della nazione” le vesti inedite di una giocatrice di azzardo, risoluta a reagire alla crisi in modo drastico e immediato. «Non abbiamo tempo da perdere» – si è affrettata a dire non appena rieletta a capo del governo tedesco, solo poche settimane fa. Nel medesimo discorso in cui si sono adoperate queste parole, la Merkel si è proposta con forza come il leader della crisi. Ha voluto mostrare ai cittadini tedeschi la propria risolutezza, il proprio coraggio. Ha parlato di «libertà della responsabilità» e di adoperare questa per riportare i tedeschi ad una posizione di forza.

Senza dubbio la manovra finanziaria che la Germania si appresta a varare va nel segno del coraggio. Angela Merkel ha posto le condizioni per la sua più grande scommessa politica, una scelta che investe coraggiosamente il futuro della sua patria. Davanti alla «mamma della nazione » si apre il bivio del destino, il successo o la disfatta. Se sarà disfatta, il piano finanziario produrrà un debito immenso, condurrà a nuove tasse, a tagli alla spesa sociale e porterà infine impopolarità per la Merkel. Se sarà un successo, il leader entrerà nei libri di storia come colei che avrà dato nuova linfa alla più importante economia europea.

Viene da chiedersi se la parola «coraggio» abbia diritto di esistenza nella politica italiana. In Germania alla crisi si risponde con l’ambizione e con la risolutezza. Da noi non si è capaci di tagliare l’Irap, una tassa odiata da tutti. Da anni, qualcuno (Berlusconi) promette regolarmente di tagliarla o cancellarla ma fino ad oggi sono state solo belle parole. Qualche settimana fa è bastato l’annuncio di uno studio per eliminarla per far andare in bestia Tremonti, il plenipotenziario dell’economia. Per rimediare allo scandalo creato è si è dovuto addirittura organizzare un incontro riparatore tra il Superministro, spalleggiato da due sgherri della Lega, e il premier. L’evento ha semplicemente sancito quello che già era sotto gli occhi di tutti: Berlusconi, in fatto di economia, è un’anatra zoppa visto che la politica economica del governo è, con l’appoggio della Lega, commissariata dal Superministro Tremonti. Che tuona e fa il broncio quando si parla di tagliare l’Irap, una tassa che ha recentemente criticato anche, non certo un ultraliberista, Luca Casarini, professione no-global. Mentre a Berlino si parla di coraggio e risolutezza, i fatti seguono alle parole, e una donna capace di essere un leader taglia venti miliardi di euro di tasse. Perché ad una crisi straordinaria, pensano da quelle parti, si risponde solo con misure straordinarie