Crisi: sale tensione, rating Portogallo sotto osservazione

Pubblicato il 30 Novembre 2010 - 23:20| Aggiornato il 1 Dicembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

L’allarme contagio in Europa resta alto. L’agenzia Standard & Poor’s mette sotto osservazione il rating del Portogallo con ”implicazioni negative” sulla scia dei timori che il piano d’austerity annunciato non sia in qualche modo sufficiente: ”le politiche perseguite dal governo hanno fatto poco per aumentare la flessibilità del lavoro e la produttività”. Il primo ministro portoghese Josè Socrates ribadisce ancora una volta che Lisbona non ha bisogno di aiuto mentre la Bce fa pressing sul Portogallo per accettare un salvataggio. Gli spread sui titoli di stato di Portogallo, Spagna, Italia schizzano a nuovi record, così come quelli di Belgio e Germania.

Jean Claude-Trichet, presidente dell’Eurotower, cerca di rassicurare: “Non c’è alcun rischio per la stabilità finanziaria dell’eurozona”. Ma l’euro prosegue sulla via della discesa e i mercati restano sotto pressione: i listini europei e Wall Street chiudono nuovamente in calo, con il Dow Jones che archivia novembre in rosso. E’ la prima volta da agosto che l’indice chiude un mese con un bilancio negativo. A confermare i timori sullo stato di salute e sulle prospettive di Eurolandia è l’aumento dei costi di finanziamento per le aziende europee: per Lottomatica – riporta il Financial Times – sono balzati al 5,61% dal 5,49% registrato all’emissione giovedì scorso.

“Che dai mercati possa arrivare un affondo sull’euro cercando di coinvolgere nel contagio Irlanda paesi più solidi, come Spagna e Portogallo e forse anche l’Italia, è una preoccupazione forte”, osserva il sottosegretario al presidenza del Consiglio Gianni Letta. Gli spread sui titoli italiani è volato a 210 punti base. Il Financial Times ritiene che “le speculazioni dei mercati e le incertezze politiche sul futuro della coalizione al governo di Silvio Berlusconi stanno alimentando i timori di contagio”. Ma gli analisti minimizzano: i premi di rendimento record non riflettono che in minima parte i timori per la tenuta della coalizione di governo.

“I rischi di contagio restano elevati e gli investitori non vogliono esporsi” spiegano gli analisti. Un’avversione al rischio – aggiungono – legata anche il fatto che “la crisi dell’euro-area inizia ora a colpire i costi di finanziamento di aziende e banche”. La strigliata e le rassicurazioni di Trichet non spazzano via i timori per un possibile effetto domino, anche a causa di una speculazione che monta nei confronti delle economie periferiche. La stabilita della zona euro non è a rischio: “In questo momento c’é un problema, ma non è grave” spiega mettendo in evidenza come i due Paesi finora più colpiti dalle turbolenze finanziarie – la Grecia e l’Irlanda – siano “solventi”, dunque assolutamente non a rischio default.

Questo anche grazie al sostegno ricevuto: “ora si tratta di portare a termine senza indugi i programmi convenuti”. Per Trichet il nervosismo persistente sui mercati si spiega solo col fatto che questi “stanno sottovalutando la determinazione dei governi nello stabilizzare i propri bilanci”. Il numero due del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), John Lipsky, rincara la dose: pensare che l’euro sia in pericolo “é del tutto esagerato”.