Ungheria prepara i tagli ma puntualizza: non siamo la nuova Grecia

Pubblicato il 7 Giugno 2010 - 20:29 OLTRE 6 MESI FA

Dopo il disastro della scorsa settimana, con il rischio di un default evocato dallo stesso governo, l’Ungheria corre ai ripari e promette tagli alla spesa per scongiurare una nuova tempesta finanziaria. Ma i mercati restano alla finestra, ancora scettici in mancanza di dettagli su come Budapest metterà mano al suo bilancio per mettersi al riparo dalla speculazione finanziaria. Il governo ha deciso di stringere i tempi e a sorpresa ha indetto una conferenza stampa dichiarandosi pronto a fare “tutto il necessario” per ridurre il disavanzo, comprese riforme strutturali, e dando prime indicazioni sugli interventi in materia di fisco.

Le prime linee di intervento di Budapest sono state anticipate dal segretario di stato ungherese Mihaly Varga, che ha garantito che l’Ungheria farà “tutto il necessario” per tenere sotto controllo il deficit di bilancio e l’intera economia, comprese riforme strutturali. Allo studio ci sarebbe una riforma del fisco con tre sole aliquote sui redditi (16%, 19% e del 20%) da cui ci si attende un sostegno all’occupazione. Per ora invece, i tecnici del governo non hanno affrontato la questione dei fondi pensione, fra i temi che verranno affrontati dalla missione ufficiale degli esperti del Fondo monetario internazionale in arrivo ad agosto. Già nel 2008, l’Ungheria era stata salvata dal tracollo da una linea di credito di 20 miliardi di euro concessa dal Fmi e dall’Ue.

Ma a escludere categoricamente il rischio bancarotta, correggendo decisamente il tiro rispetto alle improvvide dichiarazioni del governo che venerdì hanno fatto precipitare l’euro, è stato il ministro dell’economia ungherese, Gyoergy Matolcsy : “L’Ungheria non è nella stessa situazione della Grecia, manterremo il controllo della spesa pubblica”, ha promesso, aggiungendo che l’altro obiettivo del governo è quello del il rilancio del Paese attraverso una riduzione della burocrazia e un’accelerazione degli investimenti con i fondi europei. Budapest ha potuto contare anche sui altri messaggi rassicuranti inviati dall’Unione europea e dal Fondo monetario Internazionale.

“Non si può comparare la situazione dell’Ungheria a quella della Grecia” ha detto il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, gettando acqua sul fuoco in merito alle preoccupazioni per lo stato delle finanze pubbliche ungheresi. La questione sarà discussa oggi pomeriggio nel corso della riunione dell’Eurogruppo a Lussemburgo dove il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, è sceso in campo per chiarire che non c’é “alcun particolare elemento di paura” riguardo alla possibilità di un default dell’Ungheria.

Molti operatori restano scettici e sono pronti a scommettere su nuovi attacchi speculativi, fino a quando – dicono – non arriveranno i dettagli sul piano di risanamento fiscale del Paese. Per il momento i mercati restano alla finestra, e dopo il tracollo di venerdì, oggi il fiorino ungherese ha recuperato un (+1,4%) sull’euro (a 284,82), dopo che nel corso della mattinata si erano inasprite le tensioni sul mercato dei titoli di stato con lo spread dei bond decennali dei Paesi ritenuti a rischio debito in ulteriore allargamento rispetto al solido bund tedesco.