Cyber guerra alla finanza internazionale. Cosa vogliono gli hacker?

Pubblicato il 11 Luglio 2011 - 20:26 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Hanno violato il circuito elettronico Nasdaq, dove pasano gli scambi azionari del listino tecnologico della Borsa di Wall Street, a febbraio. Hanno spiato numeri e dati. Hanno attaccato il Fondo Monetario internazionale a giugno e a inizio luglio hanno preso d’assalto l’agenzia di rating Moody’s.

Sono gli hacker ad aver portato la guerra nel mondo 2.0, puntano alla finanza e a distruggere le grosse strutture di potere.

Chi indaga sulle loro incursioni web non ha alcuna certezza su quale sia il loro fine. Qual è il loro scopo? Le ipotesi sono le più disparate: rubare illegalmente dalle informazioni di mercato, sbirciare tra i segreti commerciali, minacciare la sicurezza delle Borse.

Forse l’obiettivo è ancora più grande. Nel caso del Fondo Monetario internazionale sembra ci sia ben di più nell’attacco hacker, quasi un sabotaggio internazionale anti-speculatori.

L’FMI ha accesso a informazioni “sensibili” di molte nazioni, violando il suo database si può arrivare a colpire Paese per Paese.

Adesso gli hacker guardano anche all’Italia: siti del governo, di partiti, dell’Agcom, delle università. Anonymous adesso va oltre la finanza e, come scrive Luca Pautasso sul sito l’Inkiesta, “In fondo la dottrina hacker, sin dai tempi dell’ormai mitico manifesto di The Mentor del 1986, è sempre stata dipinta come una forma di anarchia 2.0”.