Dl Fare, estesa Robin Tax: sarà applicata ad aziende con fatturato sopra 3 mln

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Giugno 2013 - 21:09 OLTRE 6 MESI FA
Dl Fare, estesa Robin Tax: sarà applicata ad aziende con fatturato sopra 3 mln

Dl Fare, estesa Robin Tax: sarà applicata ad aziende con fatturato sopra 3 mln

ROMA – Si amplia la platea delle aziende energetiche cui viene applicata la Robin tax. Stando al testo del “decreto del fare”, come riportato dall’Ansa, l’imposta verrà applicata ad aziende con ricavi sopra i 3 milioni e imponibile sopra 300 mila euro, contro gli attuali 10 mln e 1 mln. Parte dell’extragettito ridurrà la componente A2 della bolletta.

Nell’art. 5 del decreto infatti, le parole ”volume di ricavi superiore a 10 milioni di euro e un reddito imponibile superiore a un milione di euro” sono sostituite dalla dicitura ”volume di ricavi superiore a 3 milioni di euro e un reddito imponibile superiore a 300 mila euro”.

Le maggiori entrate generate saranno destinate, al netto della copertura finanziaria, alla riduzione della componente A2 della tariffa elettrica deliberata dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas sulla base delle modalità individuate con decreto adottato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze di concerto con il ministro dello Sviluppo Economico entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto stesso.

A RISCHIO LE RAFFINERIE – La domanda di energia in Italia è tornata ai livelli degli anni ’90, con consumi a picco, tasse alle stelle e almeno 4 raffinerie sempre più a rischio. E, cattiva notizia per molti, il ‘dl fare’ abbassa la soglia di applicazione della Robin Tax.

E’ un vero e proprio quadro di crisi profonda quello che emerge dalla relazione annuale del nuovo presidente dell’Unione petrolifera, Alessandro Gilotti, che ha lanciato l’allarme chiusura per due impianti di raffinazione, raddoppiati addirittura a quattro dal ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato.

”In Italia la domanda di energia è tornata indietro di 20 anni”, ha avvertito Gilotti. I consumi nel 2012 sono stati infatti pari a 177,8 milioni di Tep (tonnellate di petrolio equivalenti), contro i 179,6 milioni del 1998 e i 171,5 del 1995. Particolarmente pesante e’ stato il calo del petrolio, che con 63,6 milioni di Tep (-8,1%) ”e’ tornato ai consumi di fine anni ’60”, anche complice il crollo delle vendite di auto, tornate indietro di ben 33 anni. I carburanti, infatti, sono in retromarcia da tempo: i consumi di prodotti petroliferi, dal 2008 a oggi, hanno registrato una contrazione pari a circa 5,4 miliardi di litri, di cui oltre 3 miliardi nel solo 2012, con una flessione particolarmente pesante per la rete autostradale.

L’aumento dell’Iva, poi, pende come una spada di Damocle su un settore gia’ in difficolta’: secondo i calcoli dell’Up lo scatto dal 21 al 22% in programma a luglio porterebbe a un aumento dei prezzi dei carburanti di circa 1,5 centesimi al litro, infliggendo un ulteriore colpo a un settore che ha gia’ ridotto i consumi al lumicino, ma anche pesando in modo consistente sui conti pubblici, dal momento che il gettito derivante dagli oli minerali potrebbe diminuire di un miliardo solo quest’anno. Il possibile rincaro dell’imposta non e’ tuttavia l’unico cruccio delle compagnie petrolifere sul fronte fiscale: e’ sull’odiata Robin Tax, alla cui eliminazione i petrolieri ”non credono piu”’, che le compagnie chiedono un intervento. In particolare, Gilotti ha invocato lo stop alla conferma dell’aumento del 4% disposto nel 2011, nonche’ l’estensione del tributo anche alla Grande distribuzione organizzata attiva nella vendita di carburanti. Il ministro Zanonato, per ora, ha aperto solo alla possibilita’ che l’obbligo posto in capo all’Autorita’ per l’energia di controllare che le compagnie non trasferiscano sulle bollette l’importo della tassa (1,6 miliardi ‘traslati’ secondo gli ultimi dati) venga meno e sia sostituito da verifiche spot.

Ma i rischi derivanti da una domanda così stagnante pesano soprattutto sull’industria della raffinazione, dove c’e’ un forte eccesso di capacita’. L’Up lancia l’allarme sulla possibile chiusura di due impianti (sui 14 esistenti in Italia), mentre il ministro Zanonato vede ancora piu’ nero e ne considera a rischio ben quattro, di ”grandi dimensioni”, senza tuttavia indicare quali potrebbero essere quelli in pericolo. Di certo c’e’ che la bolletta energetica, complice appunto la crisi e il rafforzamento del dollaro sull’euro, sara’ quest’anno molto piu’ leggera del 2012: l’Up stima una fattura di 53-54 miliardi, contro i 64 dello scorso anno, mentre la bolletta petrolifera dovrebbe attestarsi intorno ai 28-29 miliardi.