Decreto Sviluppo: stop ai controlli sulle imprese

Pubblicato il 3 Maggio 2011 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Lo aveva rivendicato non più di due settimane fa Tremonti: il diritto dal basso di poter dire allo Stato “non puoi rompere più di tanto”. Le ultime bozze del Decreto Sviluppo in via di approvazione al Consiglio dei Ministri della prossima settimana, confermano che la semplificazione dei controlli sulle imprese sarà uno dei provvedimenti  cardine. I tecnici del Ministro Brunetta calcolano che l’insieme dei tagli degli oneri burocratici contenuti nel decreto hanno un valore di 10-12 miliardi; di cui secondo il Documento di economia e Finanza 3,8 miliardi per competenze statali.

Nel pacchetto delle misure messe a punto dai tecnici del ministero per la Pa e l’Innovazione l’obiettivo dichiarato è quello di ridurre la pressione regolatoria in ambiti che spaziano dal lavoro agli appalti alla privacy. La paroloa d’ordine è liberare le imprese dallo Stato “oppressore”. Si parte dall’obbligo per tutte le amministrazioni di esporre sui propri siti istituzionali l’elenco dei controlli cui è soggetta ogni attività d’impresa, per arrivare all’attivazione – tramite uno o più regolamenti – di misure di razionalizzazione e coordinamento della attività di controllo effettuati da diverse amministrazioni. Le verifiche dovranno essere “proporzionali e programmate”, si dovranno evitare in tutti i modi duplicazioni o sovrapposizioni di interventi e, soprattutto, si punterà sulla “collaborazione amichevole” degli imprenditori.

I regolamenti saranno messi a punto dai ministeri di Brunetta, Calderoli e Romani “sentite le associazioni imprenditoriali”. Continueranno, invece, ad essere svolte senza alcun preavviso le verifiche tributarie, le ispezioni di carattere igienico-sanitario e quelle in materia di sicurezza del lavoro. Ma anche in questo caso dovrà essere garantito il criterio della proporzionalità a seconda della dimensione dell’impresa o dei profili di rischio del settore di attività. Saranno poi esclusi dai controlli le attività certificate (Iso) delle imprese, mentre le regioni entro sei mesi dal varo del Dl dovranno a loro volta conformare le proprie attività di controllo ai nuovi principi di semplicità, proporzionalità e massimo coordinamento.

In dettaglio. Tra le misure di semplificazione fiscale ci sarà la possibilità di portare in compensazione, entro un certo periodo di tempo, un credito d’imposta indicato precedentemente in dichiarazione dei redditi o dell’Irap, l’esclusione dallo spesometro dei pagamenti con moneta elettronica, la cancellazione dell’obbligo di invio annuale dei dati su detrazioni per lavoro dipendente e per carichi di famiglia.

Verrà rilanciato il Piano Casa che finora aveva funzionato solo in Veneto e in Sardegna: verranno prolungati i termini, mentre (come già anticipato da Blitz) il silenzio-assenso varrà come criterio generale per costruire, ristrutturare, ampliare. Il Decreto Sviluppo conterrà inoltre sconti fiscali ai distretti balneari, un credito d’imposta al 90% sulla ricerca dalla durata più ampia rispetto al voucher fiscale previsto dalla legge di stabilità per il solo anno 2011.