Melfi, i delegati Fiom contro i vertici Cgil: “L’accordo doveva essere firmato”

Pubblicato il 4 Maggio 2011 - 19:21 OLTRE 6 MESI FA

MELFI – I delegati “ribelli” della Fiom di Melfi tirano le orecchie ai vertici nazionali del sindacato (sia quello di categoria sia quello generale) sulla posizione da tenere nello stabilimento Fiat. I sindacalisti chiedono ai dirigenti di “ascoltare” la base e di non trincerarsi dietro la “logica del no”, che ha portato al rifiuto dell’accordo con l’azienda.

L’accordo sull’organizzazione del lavoro allo stabilimento è “trasparente” e “poteva e doveva essere firmato”: in una lettera inviata al segretario generale della Fiom, Maurizio Landini e al numero uno della Cgil, Susanna Camusso, 11 delegati della Fiom di Melfi (su un totale di 18 ) hanno chiesto di convocare una riunione per chiarire la posizione da tenere nello stabilimento.

Ecco il testo della lettera: “Intendiamo evidenziare l’atteggiamento contraddittorio tenuto sulla vicenda dal gruppo dirigente locale e nazionale della Fiom. Atteggiamento che ha messo in forte difficoltà la Rsu al cospetto dei lavoratori. Si tratta di un accordo trasparente, perfettibile certo, ma è un accordo che poteva e doveva essere firmato e che la Rsu ha deciso responsabilmente di firmare anche perchè legittimata a farlo, salvo poi subire la ritirata tattica imposto dal gruppo dirigente Fiom che non si capisce bene a chi risponda. Spiace ammettere che ancora una volta ha vinto la logica del no a prescindere dal merito delle questioni e, fatto ancora più grave, la dirigenza della Fiom ha di fatto esautorato la sua Rsu, violando il principio democratico della rappresentanza. Questa è la famosa democrazia sindacale di cui parla Landini? È il caso di ricordare al compagno Landini che la Rsu alla Sata si elegge e non si nomina e che i delegati rispondono soprattutto ai lavoratori-elettori“.

Per questo i delegati hanno ribadito la richiesta di firmare l’accordo: “Landini e la Fiom non hanno sempre sostenuto che è la base quella che decide? È bene ricordare che ben 11 Rsu su 18 hanno dato indicazione contrarie a quello che è stato sostenuto nelle assemblee. Se è questa la democrazia che oggi viene indicata rifletteremo sul nostro futuro”.