Dirigenti pubblici, cosa li aspetta: mobilità, stipendi legati ai risultati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Marzo 2014 - 13:38 OLTRE 6 MESI FA
Dirigenti pubblici, cosa li aspetta: mobilità, stipendi legati ai risultati

Dirigenti pubblici, cosa li aspetta: mobilità, stipendi legati ai risultati

ROMA – Dirigenti pubblici, cosa li aspetta: mobilità, stipendi legati ai risultati. A marzo, massimo aprile, i dirigenti della pubblica amministrazione italiana devono aspettarsi radicali cambiamenti sulla loro carriera lavorativa, più in linea con gli standard applicati al settore privato.

Mobilità del manager pubblico. Più mobilità innanzitutto: secondo le linee guida della riforma del Governo Renzi, sarà introdotta la possibilità di trasferimenti interamministrativi, cioè tra un ufficio e un altro dello Stato, dopo 5 anni permanenza in un’amministrazione. L’esempio di Palazzo Chigi, che sta già effettuando la rotazione dei capi dipartimento in raccordo con tutti i dicasteri, fornirà il modello dell’avvicendamento nei gabinetti e negli uffici legislativi e di staff dei ministeri. Sarà introdotto anche un Albo unico per i dirigenti esterni a chiamata.

La pagella del manager: gli stipendi legati alla produttività. Non è facile stabilire criteri meritocratici per giudicare il lavoro di un dirigente: per questo si pensa a una vera e propria pagella, basata su criteri oggettivi i cui risultati siano trasparenti e pubblicabili. L’obiettivo è l’aumento della produttività e dell’efficienza degli uffici pubblici. Risultati che devono uniformarsi agli obiettivi della spending review, in via di completamento.

Sarà un mix di jobs act e di spending review a modellare la nuova fisionomia del dirigente pubblico italiano. Una micro-riforma che potrebbe prendere il via anche facendo leva sull’operazione in due fasi alla quale il governo sta pensando per dare il via ai primi interventi in chiave lavoro e occupazione. Se non a marzo nell’ambito delle misure collegate al jobs act, gli interventi sulla dirigenza prenderanno forma in ogni caso al più tardi ad aprile. (Marco Rogari, Il Sole 24 Ore)