Disoccupazione, perché da noi non cala? “Colpa di full time e cig”

Pubblicato il 6 Maggio 2013 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA
Manifestazione degli operai Fiat (Foto Lapresse)

ROMA – In Italia un giovane su tre è senza lavoro. In Germania il tasso di disoccupazione è ai minimi storici dagli anni Novanta. Negli Stati Uniti il numero di chi non ha un’occupazione è sceso oltre le aspettative al 7,5%, ai livelli minimi dal 2008 (mentre il tasso medio nell’Eurozona è del 12%).

Viene da domandarsi che cosa non vada nelle politiche italiane che hanno portato a questo quadro desolante. Prova a dare una risposta Dario Di Vico sul Corriere della Sera, che fa un esempio: quello dei cosiddetti “working poors”, i lavoratori sotto-pagati e sotto-inquadrati. In Germania sono 7 milioni i tedeschi con un lavoro “mini” da 400 euro al mese. Tra gli occupati si contano poi i molti part time. Va considerato anche che in diversi Paesi, ma non in Italia, è diffuso il part time forzato: così, in tempi in cui i posti di lavoro scarseggiano, si aumenta il numero degli occupati ma si abbassano i salati medi.

Tra le cose che fanno male alla situazione lavorativa in Italia Di Vico annovera la transizione scuola-lavoro “che definire farraginosa è un complimento”, oltre al basso tasso di occupazione femminile e alla scarsa diffusione del part time.

Altro punto dolente dell’Italia, sottolinea Di Vico, è la cassa integrazione che si è accumulata negli ultimi anni, in particolare con l’impennata nella fuoriuscita di forza lavoro tra l’autunno del 2012 e l’inverno del 2013. Tra le cause, alcune sono tutt’ora diffuse: la stretta del credito e il crollo della domanda interna.

Negli Stati Uniti e in Germania la mancanza di tutta questa cassa integrazione fa sì che i miglioramenti nel manifatturiero si trasformino quasi immediatamente in aumento dell’occupazione. In Italia, invece, una ripresa del manifatturiero vorrebbe dire prima di tutto un riassorbimento della cassa integrazione, con un aumento delle ore lavorate ma non delle persone occupate. Quindi nessun calo della disoccupazione.