Donne d’impresa, ecco cosa manca nel mondo del lavoro…ma la prima domanda del candidato è sulle ferie

di Orietta Malvisi Moretti
Pubblicato il 3 Gennaio 2022 - 18:25 OLTRE 6 MESI FA
Donne d'impresa, ecco cosa manca nel mondo del lavoro...ma la prima domanda del candidato è sulle ferie

Donne d’impresa, ecco cosa manca nel mondo del lavoro…ma la prima domanda del candidato è sulle ferie

Donne d’Impresa, Luisa Cazzaro, il suo CV non ha fine per il continuo aggiornamento di corsi che ha frequentato, soprattutto nell’ambito del Counseling.

Diploma di maturità artistica, – formazione gestione di analisi di bilancio e gestionale – gestione delle risorse umane – internet – comunicazione.

1999- Internet Marketing: dalla comunicazione on line al commercio elettronico. 2005 – Comunicazione strategica e Relazione Pubbliche presso IED Milano. 

2018 -ASSOCOUNSELING Attestato Qualità e Qualificazione Professionale dei Servizi (Certificato Competenza Professionale in Counseling) Livello Professional Counselor presso MYL SRL.-

2019 -Training in Costellazioni Familiari.

 Il valore delle persone, per lei è la prima filosofia di vita e di questa sua convinzione fa veramente scuola. 

La formazione, in un primo momento tecnica, legata al settore della metalmeccanica, quello della sua azienda fondata dal papà nel 1975, le ha imposto un continuo aggiornamento. Che, comunque, non l’ha distratta dal suo vero e più profondo interesse. Che è quello di riconoscere e supportare il valore delle persone e di seguire l’arte.  

Il mondo del lavoro l’ha conosciuto già da giovane, aiutando il papà in azienda. E in seguito, uscendo un’ora prima da scuola, durante il liceo per lavorare presso gli uffici di McKinsey & Company incontrando un mondo internazionale.

Oggi Luisa Cazzaro è anche Presidentessa di AIDDA Delegazione Lombardia e da Milano manda segnali di innovazione e attenzione ai cambiamenti, insieme ad una forte sollecitazione.

Urge un vero cambiamento progettuale nel mondo del lavoro

Ad esempio – spiega Luisa Cazzaro – mancano sempre più operatori specializzati nelle aziende, potrebbero essere anche tecnici donne, avrebbero grandi potenzialità sul fronte metalmeccanico sempre più 4.0, tecnologico.

Va data loro fiducia e formazione perché possano esprimersi al meglio. È una grande opportunità sprecata ad oggi. Le aziende del settore molto apprezzate per la competenza e professionalità anche all’estero, necessitano di un piano di sviluppo preciso, territoriale, per governare in maniera mirata questa situazione, sostanzialmente mancano competenze, pianificazione e formazione sia maschile che, ancor di più, femminile.

Il “ricambio generazionale delle maestranze” che dovrebbero sostituire i colleghi che vanno in pensione, è gravemente in difficoltà. Figure quali Operatori alle macchine utensili e Tecnici in grado di comprendere lo sviluppo sempre più tecnologico delle aziende sono purtroppo, sempre più rari. E non hanno quasi mai le dovute competenze – espressione – sostiene ancora Luisa, di un sistema bloccato da anni.

Per questo le chiediamo: queste categorie di tecnici specializzati sono davvero a rischio d’estinzione? 

Senza una Visione dei cambiamenti che la Tecnologia, la Robotica e l’Intelligenza Artificiale stanno già apportando, senza un’adeguata formazione scolastica (ferma da anni nell’aggiornamento) il futuro di tutte le figure tecniche è in discussione.

Si investe sulle persone e dispiace sentire – quando devi assumere un nuovo lavoratore – che la prima e spesso sola domanda che ti fanno è: “Ma quando si chiude per le ferie?” Lo dice con rammarico, ovviamente, perché è la prima a pensare, invece, che le aziende devono investire soprattutto sulle risorse umane che a loro volta devono essere attori costruttivi. Il sistema può funzionare solo nella collaborazione e crescita reciproca.

Il rischio di depauperare un territorio di eccellenze come il nostro è molto serio. Il mio pensiero, lo ribadisco, è che solo con una formazione mirata alla realtà produttiva del territorio, specifica, con attenzione alle necessità delle aziende che devono diventare parte integrante del progetto con ruolo fondamentale della scuola, senza dimenticare la riqualificazione di chi perde il lavoro, altro tema da non sottovalutare,  solo con il coinvolgimento di tutte le parti potremo affrontare gli importanti cambiamenti che sono già in atto e andranno a coinvolgere molti altri settori.

Il ruolo della famiglia quale dovrebbe essere, dato che i giovani normalmente preferiscono un percorso universitario, anziché di pratica professionale?

Le aziende dovrebbero comunicare meglio le loro eccellenze, il valore che apportano al territorio: essere un bravo tecnico è un valore tanto quanto essere un bravo laureato. Dovremmo avere più attenzione alle attitudini dei ragazzi, aiutarli a scegliere cosa fare da grandi e far comprendere alle famiglie -soprattutto alle mamme – che l’ ”operaio in tuta blu” è stato sostituito da Figure Professionali di Altissimo Livello. Molto ricercate e con la possibilità di entrare velocemente nel mondo del lavoro.

Il ruolo dell’automazione e le donne. Cosa puoi dirci in merito, guardando al futuro del settore metalmeccanico?

Le opportunità oggi sono molte, la Tecnologia ha portato il lavoro sui piani dell’intelligenza, della competenza, spesso non è più un problema di forza fisica, ma di conoscenza. L’Azienda ha la necessità di teste pensanti e di preparazione prima di tutto non è quindi questione di donne e/o uomini; ci sono già molte donne figlie e/o mogli che svolgono ruoli “maschili”, con competenza e professionalità, ma nel quotidiano nessuna mamma potremmo dire manderebbe la propria figlia a fare un corso come Tornitore o Responsabile di Produzione.

Transizione economica, sostenibilità e futuro delle aziende. Cosa può prevedere in merito a queste tematiche così importanti oggi, anche per il futuro?

Prevedere quello che accadrà è complesso, tantissimi i cambiamenti che stanno avvenendo in tempi molto rapidi. Sarà fondamentale avere la capacità di adeguarsi con flessibilità alle situazioni che cambiano, la natura ce lo insegna anche nei materiali, conoscenza e curiosità per quello che arriverà, in poche parole quello che ogni donna spesso fa tutti i giorni.

La sua esperienza in AIDDA, come ha forgiato la sua sensibilità d’imprenditrice?

Essere nel gruppo di AIDDA dal 2003 è stato fondamentale per comprendere quanto stava accadendo. La Metalmeccanica ha vissuto una grave crisi già nel 2010, scambiare esperienze ed ascoltare chi aveva più esperienza mi ha permesso di gestire ed affrontare molte situazioni, la continua formazione è stata fondamentale e l’ho sperimentata proprio con l’amicizia e lo scambio all’interno dell’Associazione. In AIDDA sono rappresentate molte realtà d’Impresa, è un grande Valore, apre la mente e soprattutto il cuore.