Donne d’impresa, Etta Carignani racconta l’ascesa, la crisi e il successo di una famiglia di imprenditori

di Orietta Malvisi Moretti
Pubblicato il 30 Gennaio 2022 - 20:22 OLTRE 6 MESI FA
Donne d'impresa, Etta Carignani racconta l'ascesa, la crisi e il successo di una famiglia di imprenditori

Donne d’impresa, Etta Carignani racconta l’ascesa, la crisi e il successo di una famiglia di imprenditori

Donne d’impresa: Etta Carignani, l’antesignana della leadership al femminile, in Italia e nel mondo. Presidente Onoraria di AIDDA Nazionale e di “Femmes Chefs d’Entreprise Mondiales”  (F.C.E.M.)

Non c’è dubbio che la leadership femminile in Italia abbia trovato in lei un raro esempio. Etta Carignani,  classe 1929. E che classe! Ancora oggi è ancora e sempre lei, la più importante testimone e la colonna portante di AIDDA.

È grazie a lei, infatti,  se questa importante Associazione è arrivata a 60 anni di successi – nonostante le crisi economiche, sociali e culturali che abbiamo vissuto e che viviamo, a discapito di tante aziende -.

Etta Carignani, a seguito di sua Madre Ella, è una delle pioniere dell’imprenditoria femminile in Italia. Non ci sarebbe quest’AIDDA di oggi, senza l’AIDDA di ieri. Quindi non si può che guardare a lei, ancora e sempre, esempio di grande Donna della nostra storia d’imprenditoria femminile

Com’è iniziata la sua avventura di donne nel mondo delle imprese? 

“La mia vita da “ragazzina” fu bruscamente interrotta da una tragedia.  Fino a quel giorno ero la figlia di un “grande” che stava per diventare Senatore del Regno, il giorno dopo, di un padre che non poteva più mandare i figli a scuola né trasmettere loro il suo cognome ….

E fu così, infatti che cambiarono le nostre vite e, da Trieste, ci trasferimmo a Roma, io nel Collegio dell’Assunzione, mio fratello in un Collegio ai  Parioli”.

Una vera nuova vita perché fu subito chiaro che non ero certo più la figlia del grande imprenditore che aveva creato: un pastificio, due catenifici (catene da bosco, catene da navi), un’Amideria e ben due miniere (una in Istria oggi RASA e una in Sardegna – Carbonia).

Ma ero solo una ragazzina figlia di un perseguitato ospitato da un generoso Cardinale in Vaticano ove passava il tempo a dipingere quanto poteva vedere dalla sua finestra… Nel 1945 morì mio padre.

Così la mamma, trovata una buona governante per noi a Roma, tornò a Trieste per ricostruire, per cercare di far rivivere dalle macerie le aziende, la campagna distrutta, la casa bombardata.

L’esempio di mamma è stato la mia vera scuola, perché  ha molto combattuto, lavorato,  ha rivoluto rimettere in piedi la nostra realtà imprenditoriale. È lei che chiese a Hella Kropf, allora Presidente AIDDA Triveneto, di farmi entrare in AIDDA.

Per me, entrare in questa Associazione, fu come entrare in un mondo nuovo di ragazze che già combattevano, per le loro realtà aziendali e dove ognuna di loro aveva una lezione da insegnarmi. E fu così che  me ne innamorai.          

AIDDA era nata quale piccolo ma agguerrito nucleo di donne  che a Torino, il 24 maggio 1961, diede vita all’Associazione Italiana Donne Imprenditrici e Dirigenti d’Azienda. Derivazione dell’Associatione “Les Femmes Chefs d’Entreprises Mondiales” fondata da Yvonne Foinant. All’epoca proprietaria delle Officine di Charleville, una delle più importanti Acciaierie delle Ardenne.

La vita di Etta s’intreccia così sinergicamente con la vita dell’Associazione delle donne.

Portando nuova energia e fin d’allora creando una fitta rete di promesse da mantenere e tante innovative proposte per le socie italiane e straniere. La vera “Rete” l’ha iniziata Etta in Italia e nel mondo, grazie alla sua mente aperta a 360°, che ancora oggi la distingue fra tante imprenditrici. Così, Etta Carignani divenne presidente nazionale nel 1996 (2 mandati 6 anni) e contemporaneamente l’impegno internazionale! Vice Presidente FCEM, Presidente Europa ed infine Segretaria generale FCEM.

In tutti questi anni, non si contano più le onorificenze che ha ricevuto e gli incarichi di grande prestigio.  Ha ricoperto cariche di rilievo nei consigli d’amministrazione nel gruppo delle aziende familiari (Jutificio Triestino, Pastificio Triestino, Acciaierie Weissenfells spa, Forestale Weissenfels, Idroelettrica  Weissenfels e Weisscam spa). Ed è stata a capo del gruppo di contatto con i Paesi esteri (fatta eccezione per gli Stati Uniti).

Con il fratello, Carlo Melzi – Presidente del gruppo Weissenfels – portò a termine la joint venture con il Gruppo Pewag Weissenfels holding A.G.

Attualmente si occupa dell’amministrazione del suo patrimonio con il figlio Guido ma è ancora e sempre presente  a quasi tutti i nostri eventi e nelle decisioni più importanti di AIDDA Nazionale.

Cosa ha rappresentato per lei AIDDA e cosa rappresenta oggi?

AIDDA e FCEM = due realtà alle quali per 30 anni ho dedicato passione, energia e ogni interesse. Due associazioni il cui obiettivo primario è stato ed è il coinvolgimento della donna nell’ambito del lavoro, della finanza, del digitale, dell’imprenditoria, del sociale: due associazioni che mi hanno da sempre affascinata, coinvolta, spronata a dare il massimo: oltre che a mettermi sempre in gioco, fino ad oggi.

Nel corso della mia lunga appartenenza alla guida di AIDDA e di FCEM ho avuto moltissime occasioni di vivere in prima persona esperienze estremamente significative.

Pertanto ben ricordo, agli inizi degli anni ’90, il primo incontro, a Rothenburg – Baviera con una delegazione di imprenditrici della ex Germania dell’Est, munite di “pallottoliere”. Allora  Presidente Mondiale delle FCEM era Maria Grazia Randi, una donna eccezionale, una grande amica che tanto mi ha insegnato e che fu proprio lei a chiedermi di rappresentarla a Rothenburg.

Da quell’incontro prese il via un’operazione che fece epoca: la Presidente delle imprenditrici tedesche Eugenie Burgholte Kellermann che decise di sostenere le “micro-imprenditrici” dell’Est per far loro recuperare il gap tecnologico che le distanziava tanto dalla realtà imprenditoriale delle imprenditrici della Germania dell’Ovest e farle entrare nei mercati europei.

Eugenie Burgholte Kellermann ottenne il plauso del Cancelliere Helmut Kohl che la insignì di un’importante onorificenza. A questo incontro ne seguirono molti altri sempre piuttosto significativi in Italia e nel mondo, per quanto riguarda l’imprenditoria femminile nei vari Paesi.

E infine, racconta ancora: negli ultimi 30 anni le imprenditrici  si sono affermate in tutti i settori del mondo del lavoro: da quello della politica a quello della ricerca scientifica,  dalla finanza al digitale e oggi al “green” e all’impresa sostenibile.  – conclude – non si smette mai d’imparare dal mondo del lavoro e dalla vita. Noi donne, siamo e saremo sempre una vera risorsa e spesso anche un raro esempio di equilibrio e cuore. Sicuramente non siamo né saremo mai portatrici di violenza e di guerre: non ci sarebbe infatti vita senza una donna.