Donne d’impresa, Marta Catuogno, allarme per il reddito di cittadinanza, orgoglio per la coop delle Lazzarelle

Donne d'impresa, Marta Catuogno, allarme per il reddito di cittadinanza, orgoglio per le Lazzarelle, coop che dà lavoro alle carcerate di Capua

di Orietta Malvisi Moretti
Pubblicato il 30 Ottobre 2022 - 21:42 OLTRE 6 MESI FA
Donne d'impresa, Marta Catuogno, allarme per il reddito di cittadinanza, orgoglio per la coop delle Lazzarelle

Donne d’impresa, Marta Catuogno, allarme per il reddito di cittadinanza, orgoglio per la coop delle Lazzarelle

Donne d’impresa, Lazzarelle non si nasce si diventa: così Marta Catuogno scommette sulla rinascita di tante vite.

Conoscevo Marta Catuognosolo come vicepresidente nazionale di AIDDA. Imprenditrice volitiva e competente, capace di lasciare sempre il segno nel settore dove opera, quello alberghiero.  Marta Catuogno mette il cuore avanti, nella vita così come nel lavoro.

Anziché dei suoi alberghi ci ha parlato di Lazzarelle, cooperativa sociale a.r.l. I miracoli che possono fare le donne sono davvero tanti e Marta Catuogno ci ha portato quest’esempio di encomiabile iniziativa di donne per le donne. 

Marta Catuogno  ha promosso questo progetto e non a caso.  Si tratta di detenute, a volte le ultime fra le ultime, con alle spalle errori e angoscia ma anche con tanta voglia di recuperare una vita che sembrava persa.

La cooperativa Lazzarelle è nata nel 2010 per le detenute del grande carcere femminile di Pozzuoli (NA). Sono proprio loro che producono caffè artigianale di tradizione napoletana. Hanno avuto grande successo e oggi sono diventate anche di moda.

Sono detenute o ex detenute che si impegnano quotidianamente con competenza e buona volontà per cambiare veramente e fattivamente dare una svolta alla propria vita. Le detenute collaborano così, con il loro impegno,  al cambiamento del proprio percorso esistenziale. Oggi nella cooperativa Lazzarelle, insieme alla produzione di caffè,  si è aggiunta anche quella di tè, tisane e infusi.

Già 70 donne con 70 storie diverse si sono avvicendate in questa piccola impresa, tutte impegnate con lo stesso entusiasmo nella nuova attività. Le confezioni di caffè della torrefazione Lazzarelle sono al passo con i tempi perché realizzate in plastica senza alluminio, per poter essere riciclate nella raccolta differenziata.

Non solo questo progetto ha avuto fortuna e risultati positivi in Italia, ma si estende ormai in Irlanda, Portogallo e Turchia. Una goccia che fomenta un mare di speranza per le donne. Un progetto umanitario nato esclusivamente per favorire e sostenere il reinserimento sociale e lavorativo di tante persone meno fortunate di me”. 

Come e perché Marta Catuogno si è trovata a sostenere e condividere questo progetto per le donne  carcerate? 

Sono venuta a conoscenza del “ Progetto Lazzarelle” tramite il mio segretario del Rotary, in quanto sua figlia Paola è parte attiva del progetto. Mi ha invitata al Bistrot Lazzarelle che gestiscono nella Galleria Principe di Napoli, per incontrare le ragazze detenute impegnate a servire ai tavoli. 

stata per me un’esperienza che ha toccato il mio cuore e il mio sentire in maniera forte. Parlare con loro, ascoltare le loro storie, storie tristi, tragiche, spaccati di vita vissuta spesso tra soprusi e violenze ma intrise di dignità e di valori semplici. 

La storia raccontata da Anna per esempio mi ha particolarmente colpita.  Una donna di 43 anni di cui 18 trascorsi in carcere per un’accusa di omicidio: bellina con degli occhi scuri che mi calamitavano. Raccontava della sua famiglia ripetendo più volte “ so’ brava gente, pulita, so’ io che li ho  macchiati di vergogna”.

La gratitudine che mostrava nei confronti delle signore delle Lazzarelle che le avevano ridato la dignità ed una parvenza di vita “normale” ,il modo compito e professionale di come serviva ai tavoli ha fatto crescere in me un desiderio di consapevolezza  per cui avrei voluto e dovuto fare qualcosa per loro.

Cosa possiamo fare noi italiane in questo momento storico così penoso per tante donne nel mondo? 

Penso che tutto ciò che facciamo sia sempre troppo poco e pur volendo fare, concretamente non è mai abbastanza.  Al di là di azioni di solidarietà e di raccolta fondi per un progetto ad hoc, credo che la  comunicazione, dando voce alle storie delle donne afgane, ucraine, iraniane e di tutte coloro che vivono in situazioni di disagio abbia grande  importanza. 

Per tornare alla situazione economica che coinvolge tante aziende al femminile in Italia: quale la sua strategia aziendale per superare questi momenti di grave crisi?  

Sono  un’imprenditrice alberghiera napoletana, Napoli è la città italiana in questo periodo con maggiore affluenza turistica, dovrei essere tranquilla vista la ripresa post-Covid, ma non lo sono, il mio sonno è disturbato dal pensiero del “caro bollette” e dal “reddito di cittadinanza “.

Spero che il  Nuovo Governo in Italia affronti entrambe le  questioni con celerità e con misure ad hoc. Il reddito di cittadinanza è una misura che deve essere adottata da tutti gli Stati modernamente evoluti ma senza essere d’impedimento ad un corretto andamento del mercato del lavoro. Per questo,  probabilmente,  lo Stato Italiano a tal proposito dovrà  attivare “sistemi di controllo” su chi effettivamente  ha il diritto a beneficiarne e chi no.

Quale sarà il futuro prossimo  per le donne della cooperativa Lazzarelle?  

Mi auguro che il raggio d’azione della Cooperativa Lazzarelle si ampli sempre di più in modo da essere d’aiuto a sempre più donne desiderose di riscatto. A tal proposito con la direttrice del carcere di Pozzuoli abbiamo immaginato dei corsi di formazione  professionale specifici per il  settore alberghiero che permettano un valido inserimento delle  detenute così formate in questo ambito davvero importante nella nostra realtà regionale.