Donne d’Impresa, Paola Locchi, la signora dei Cristalli: “Uomo e donna sanno eccellere in eguale maniera”

Donne d’Impresa, Paola Locchi, la signora dei Cristalli: "Uomo e donna sanno eccellere in eguale maniera, quando sono bravi"

di Orietta Malvisi Moretti
Pubblicato il 19 Giugno 2022 - 20:34 OLTRE 6 MESI FA
Donne d’Impresa, Paola Locchi, la signora dei Cristalli: "Uomo e donna sanno eccellere in eguale maniera"

Donne d’Impresa, Paola Locchi, la signora dei Cristalli: “Uomo e donna sanno eccellere in eguale maniera”

Donne d’Impresa: Paola Locchi, la signora dei Cristalli: una storia che continua. Quest’anno 2022, il 23 giugno a Forte Belvedere, riceve anche il prestigioso “Fiorino d’Oro”.

È lo storico riconoscimento che Firenze riserva per i cittadini più meritevoli, selezionando fra le nostre eccellenze toscane. Si tratta proprio di Paola Locchi. Nonostante una possibile brillante carriera di redattrice, ha preferito dedicarsi all’arte del vetro e del cristallo da quando ereditò dal suocero il piccolo laboratorio dell’ ottocento, di molatura ed incisioni su vetro e cristallo. 

Per lei, per tutto c’è una buona soluzione e non c’è nulla che non si possa riparare o riprodurre con l’arte del suo laboratorio. La storia di una bottega fiorentina, la sua, con oggetti di cristallo firmati uno per uno, riconosciuti in tutto il mondo come preziosità artigianale, proprio quella che distingue da sempre il nostro made in Italy.

Sono clienti che arrivano da tutto il mondo, e che visitano e si affidano alla “bottega” Locchi, storico laboratorio nel cuore dell’Oltrarno fiorentino.  Un’azienda con più di cent’anni di storia, perché le origini della moleria risalgono alla fine dell’ottocento.

Nonostante le crisi economiche e sociali – oltre che culturali – del nostro Paese  Paola Locchi dal 1964 ha fatto di un’azienda che rischiava la chiusura un vero fiore all’occhiello di Firenze. Innamorata della magia dei cristalli è lei che ha creato una linea raffinata di oggetti da tavola e d’arredamento. Non a caso negli anni ha già collezionato tanti premi e riconoscimenti. Ha scritto anche monografie sul vetro e articoli su varie riviste e “ogni tre per  due” partecipa con il suo bel sorriso e l’innata creatività artistica a varie conferenze, convegni e dibattiti televisivi.

Da anni in AIDDA, oggi è arrivata anche Giovanna che si occupa dell’azienda, e che Paola Locchi definisce con affetto “nuora insostituibile ed indispensabile”. Naturalmente con Matteo Locchi dal 2015 in azienda la storia continua. Matteo ha la responsabilità di unire, insieme alle signore di famiglia, tradizione ed innovazione per rilanciare un mestiere così antico e speciale.

Si lavora con antiche mole usando tecniche tradizionali, che però vengono continuamente affinate grazie ad un’attenta ricerca al passo con i tempi e le richieste del mercato. Competenza – serietà – professionalità sono le parole d’ordine di questa straordinaria bottega fiorentina che ha fatto storia e scuola nel difficile mondo  del cristallo e del vetro.

Il laboratorio Locchi – non ultimo – è prezioso e prestigioso luogo d’incontro dei più famosi antiquari, collezionisti, design, gentildonne e signori che arrivano da tutto il mondo proprio qui, perché appassionati “del bello nel vetro e nel cristallo”. Si dice che un regalo di cristallo è una magia che porta bene nel tempo e nel futuro, perché nel cristallo si riflette proprio la luce della più preziosa armonia dell’universo. Le abbiamo chiesto:

Come ha affrontato il vostro laboratorio questo lungo periodo di crisi dovuto alla pandemia, alla guerra e alle difficili condizioni politiche e sociali del nostro Paese?

“Con molta pazienza e la grinta di sempre”. Non è tipo che si perde in inutili disquisizioni. Lei è così: essenziale e sintetica. Ma quello che dice non è mai banale.

L’aumento generalizzato delle materie prime vi ha costretto ad adottare una nuova strategia di lavoro e di costi relativi?

Continuiamo a mantenere le stesse caratteristiche di lavoro (siamo una azienda antica che ha più di 100 anni con personale a tutt’oggi qualificato) cercando di fronteggiare gli aumenti dei costi. Naturalmente il nostro è un lavoro di cesello e di nicchia ma non possiamo lamentarci perché l’interesse per le cose belle supera anche i momenti di crisi.

Cosa ci può dire del difficile mondo e mercato dell’artigianato, che sembrava spegnersi a favore di un mercato più dozzinale ed anonimo ma comunque meno costoso? Quale sarà il futuro del nostro artigianato in Italia?

Pur consapevole delle molte sofferenze verificatesi nel mondo dell’artigianato fiorentino noi manteniamo gli abituali standard che hanno da sempre caratterizzato la nostra attività. E forse, proprio questo è la chiave della nostra fortuna. L’artigianato rimane comunque un’arte di eccellenza italiana e senza tempo.

Un’impresa al femminile, ma non solo: cosa pensa della parità di genere?

Forte della mia personale esperienza sono convinta e favorevole all’incremento ed all’impegno in azienda del mondo femminile. In ogni caso la bravura  e la creatività non hanno “genere” e sono i risultati che contano. Senza se e senza ma, uomo e donna sanno eccellere in eguale maniera, quando sono bravi.

Il mondo del bello non può ovviare alla realtà attuale, sempre più penosa dell’immigrazione da guerre, carestie e problemi culturali di certi Paesi. 

Come potremo combattere questa spada di Damocle  che affligge il nostro mondo e rischia di farci diventare un Paese retrogrado, in poche parole fra gli ultimi in Europa?

Credo che il senso del bello, espressione della cultura europea, possa essere contagioso ed apprezzato anche dagli immigrati (almeno una parte) in una prospettiva positiva per il futuro. La bellezza è la freccia vittoriosa lanciata verso il domani che fa progredire i popoli e li unisce per una sana, fattiva e migliore convivenza.