Donne, maternità e carriera/ Quelle che rinunciano ai figli sono “fredde e senza umanità”. Per questo “non sono in grado di comandare gli altri”

Pubblicato il 24 Maggio 2009 - 22:06| Aggiornato il 26 Maggio 2009 OLTRE 6 MESI FA

Le donne che sacrificano tutto alla carriera e per questo scelgono di non avere figli sono vilipese sul posto di lavoro e trattate dai loro datori di lavoro con meno rispetto di quelle che decidono di seguire la strada della maternità.

Lo dimostrerebbe uno studio condotto da Caroline Gatrell, della Scuola di management dell’Università di Lancaster. Gatrell ha intervistato, nell’arco di oltre sei anni, 1500 donne e numerosi padroni: «Le donne che scelgono di non fare figli ma che invece sono interessate a fare solo carriera, appaiono ai datori di lavoro come prive “degli elementi essenziali di umanità” e sono considerate “fredde, strane e in qualche modo emotivamente carenti, in un modo quasi pericoloso” e quindi “non in grado di essere poste in posizioni di comando sugli altri”».

Sul tema Gatrell ha scritto un libro, la cui tesi di fondo è abbastanza tragica per le donne: «Quelle che rinunciano alla maternità sono escluse dalla carriera perché priva di qualità umane, quelle che cercano di conciliare l’essere madri col lavoro sono escluse dalla carriera perché le due cose sono considerate inconciliabili».

In realtà la tesi di Gatrell sembra un po’ estrema, come rileva, intervistata dal quotidiano inglese Guardian, Catherine Hakim, della London School of Economics, autrice di una ricerca per il Consiglio d’Europa sui figli: «Una percentuale elevata di donne che si trova nel mondo delle professioni in posizioni alte non hanno figli». Nulla da obiettare, invece, sull’altro elemento agghiacciante dello studio della Gatrell: la mancanza di umanità delle donne in carriera e la loro vocazione al disastro.