Dov’è il decreto? A Napolitano solo bozze informali dagli statali alla mozzarella

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Giugno 2014 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA
Dov'è il decreto? A Napolitano solo bozze informali dagli statali alla mozzarella

Dov’è il decreto? A Napolitano solo bozze informali dagli statali alla mozzarella

ROMA – Dov’è il decreto? A Napolitano solo bozze informali dagli statali alla mozzarella. Il decretone che per convenzione giornalistica chiamiamo “Riforma della Pubblica Amministrazione” licenziato dal Governo una decina di giorni fa, non è ancora materialmente mai arrivato sulla scrivania del Presidente della Repubblica, a meno di voler considerare un testo organico e compiuto il numero infinito di bozze informali, in costante e faticosa corsa all’aggiornamento, onnicomprensivo, a rischio incostituzionalità in diversi punti cruciali.

Soprattutto, in un decreto che accoglie tutti insieme provvedimenti che vanno a incidere sul pubblico impiego come sulla disciplina degli appalti, sulla pensione dei giudici come sul processo civile, sull’Avvocatura dello Stato come sul ciclo dei rifiuti o il rilancio della mozzarella di bufala, insomma è difficile rintracciare sempre e comunque le ragioni di necessità e urgenza che giustificano il decreto legge. Troppa carne al fuoco e troppa fretta.

Decreto che poi, ufficialmente, si chiama “misure urgenti per la semplificazione e la crescita del Paese”, titolo sufficientemente generico per comprendere tutto. Il problema è che nella disponibilità di Giorgio Napolitano c’è un decreto “fantasma” (titolo di Repubblica) mentre i suoi tecnici al Quirinale avrebbero già individuato  diverse criticità tali da mettere in discussione la firma di promulgazione dle presidente della Repubblica. Dal Governo (Del Rio) assicurano che non c’è problema: i tecnici hanno tuttavia imposto un primo necessario spacchettamento del decretone in due decreti distinti. Sotto osservazione ci sono diversi nodi irrisolti.

Per esempio, tagliare il 90% delle “propine”, diremmo i premi salariali legati alle cause, degli Avvocati di Stato, o la soppressione degli uffici distaccati del Tar, sono provvedimenti ordinamentali che meriterebbero l’iter di un disegno di legge. Il ricambio generazionale (attraverso scivoli, prepensionamenti) deve di necessità accogliere la disciplina europea o conformarsi ad essa. A proposito di statali, l’abolizione del trattenimento in servizio per i magistrati è stato con forza contestato dalla categoria perché la riduzione immediata degli organici metterebbe a rischio troppi processi: per ora il Colle si è limitato a far inserire un regime transitorio di un anno per addolcire la pillola.

Problemi ci sono per affidare pieni poteri a Raffaele Cantone come capo dell’Autorità nazionale anti-corruzione con relativa soppressione dell’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici; per il potere dato al prefetto di assumere la temporanea gestione di una impresa finita nei guai con la giustizia. Per ogni caso esiste una procedura legislativa che metta le norme al riparo da vizi di incostituzionalità e conflitti istituzionali.