Draghi si congeda dalla Banca d’Italia. Le Conclusioni Finali

di Dini Casali
Pubblicato il 31 Maggio 2011 - 11:39| Aggiornato il 1 Agosto 2011 OLTRE 6 MESI FA

Mario Draghi (Foto LaPresse)

ROMA – L’ultima uscita pubblica di Mario Draghi come governatore della Banca d’Italia, coincide con il terremoto delle elezioni amministrative. Ma, com’era prevedibile, non un accenno è stato rivolto alla crisi di fiducia della maggioranza di governo. La lettura delle tradizionali conclusioni finali sulla situazione economico-finanziaria italiana rappresenta anche l’esordio come governatore centrale europeo. Saluti in uscita e auguri in entrata. In questa congiuntura Draghi è il connazionale più vista a livello mondiale. Qualche malizioso sarà tentato di dire, proprio adesso, che Berlusconi è praticamente bollito?

Nel giorno del congedo ufficiale Mario Draghi ha voluto sottolineare con orgoglio il ruolo dell’istituzione Banca d’Italia, patrimonio e riserva della Repubblica, proprio nei giorni della condanna del suo predecessore che ne macchia prestigio e onorabilità. Lo ha fatto citando più volte Luigi Einaudi, ricordando la figura di Padoa Schioppa, scomparso quest’anno. E soprattutto presentandosi all’assemblea insieme al Presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi.  Draghi e il direttore generale Fabrizio Saccomanni hanno fatto da corazzieri dell’ex governatore: una scena che vale più di mille dichiarazioni sull’esigenza di continuità ai vertici della banca. Un messaggio che sembra chiudere le porte a qualsiasi ipotesi di papa straniero a Palazzo Koch. Dragomanni, ricordiamolo, è candidato alla successione, insieme all’altro interno, prestato all’Fmi, Bini Smaghi.

”Tornare alla crescita”. Mario Draghi, chiude le sue ultime considerazioni finali così come aveva aperto le prime con l’invito al paese alla crescita che ”è stata il mio punto fisso” e ”ad affrontare le sfide ”dandone conto con chiarezza alla collettività anche quando le soluzioni fossero avverse agli interessi immediati di segmenti della societa”’. Draghi ricorda anche il suo primo discorso al Forex di Cagliari nel 2006 quando sottolineando come ”l’economia italiana apparisse insabbiata” osservò che ”i suoi ritardi strutturali non andavano intesi quali segni di un declino ineluttabile”.

Pareggio di bilancio nel 2014. ”Appropriati sono l’obiettivo di pareggio del bilancio nel 2014 e l’intenzione di anticipare a giugno la definizione della manovra correttiva per il 2013-14”. Mario Draghi ha aggiunto che ”grazie alle riforme previdenziali avviate dalla metà degli anni Novanta, a un sistema bancario che non ha richiesto salvataggi, a una prudente gestione della spesa durante la crisi, lo sforzo che ci è richiesto è minore che in molti altri paesi avanzati”. ”Una manovra tempestiva, strutturale, credibile agli occhi degli investitori internazionali, potrebbe sostanzialmente limitare gli effetti negativi sul quadro macroeconomico” . ‘

Manovra correttiva a giugno. Draghi ha benedetto l’intenzione di anticipare a giugno la definizione della manovra correttiva per il 2013-14′. Aggiungendo che ”grazie alle riforme previdenziali avviate dalla metà degli anni Novanta, a un sistema bancario che non ha richiesto salvataggi, a una prudente gestione della spesa durante la crisi, lo sforzo che ci è richiesto è minore che inmolti altri paesi avanzati”. ”Una manovra tempestiva, strutturale, credibile agli occhi degli investitori internazionali, potrebbe sostanzialmente limitare gli effetti negativi sul quadro macroeconomico”.

‘Riequilibrare la flessibilita’ del mercato del lavoro, oggi quasi tutta concentrata nelle modalità d’ingresso, migliorerebbe le aspirazioni di vita dei giovani”. Draghi ha spiegato che la diffusione dei contratti di lavoro a tempo determinato e parziale ha innalzato sì il tasso di occupazione, ma con ”un pronunciato dualismo”, creando una vasta sacca di precariato, soprattutto giovanile, con scarse tutele e retribuzioni. ”Dallo scorso anno la Banca d’Italia ha chiesto alle banche di rafforzare il patrimonio. La risposta degli azionisti, delle Fondazioni, degli investitori è stata pronta. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi ricordando che tra ottobre 2010 e aprile 2011 sono stati varati aumenti di capitale per ”oltre 11 miliardi”, e queste operazioni ”permettono di avvicinasi all’obiettivo previsto da Basilea 3 per il 2019”. Secondo Draghi, ”l’effetto netto sull’economia di un maggior patrimonio delle banche è positivo”.

Fisco. Ridurre il peso del fisco su imprese e lavoro chiede poi Mario Draghi. ”Andrebbero ridotte in misura significativa – afferma – le aliquote, elevate, sui redditi dei lavoratori e delle imprese, compensando il minor gettito con ulteriori recuperi di evasione fiscale, in aggiunta a quelli, veramente apprezzabili, che l’amministrazione fiscale ha recentemente conseguito”. ”Per incentivare il ricorso al capitale di rischio – aggiunge Draghi – andrebbe ridotto, nel quadro di una complessiva ricomposizione del bilancio pubblico, il carico fiscale sulla parte dei profitti ascrivibile alla remunerazione del capitale proprio”.

Debiti. ”Non esistono scorciatoie” per la crisi dei debiti sovrani europei ma i Paesi devono portare avanti ”le politiche nazionali” e dare ”piena attuazione dei piani correttivi concordati”, spiega quindi Draghi, secondo cui gli aiuti ai Paesi in difficoltà ”non sono un trasferimento fiscale fra Paesi e sono soggetti a condizioni stringenti”. La Banca Centrale Europea ha come ”obiettivo primario” la stabilità monetaria e ”nè la presenza di rischi sovrani nè la dipendenza patologica di alcune banche dal suo finanziamento possono far deflettere da questo obiettivo”.