Draghi: “Rivedere il sistema degli ammortizzatori sociali”

Pubblicato il 18 Dicembre 2009 - 12:38 OLTRE 6 MESI FA

C’è oggi «l’esigenza di una revisione del nostro sistema di ammortizzatori sociali con benefici per l’efficienza produttiva, la tutela dei lavoratori, l’equità sociale». Questo anche perché 1,2 milioni di lavoratori sarebbero sprovvisti di tutele in caso di perdita del posto di lavoro più 450.000 parasubordinati. La valutazione è quella del Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi che, parlando durante il conferimento della laurea honoris causa all’Università di Padova, ritiene che tale revisione è «oggi il prerequisito per un’estensione della flessibilità del mercato del lavoro a tutti i suoi comparti».

Nel corso del suo intervento il Governatore ha parlato anche della fragilità finanziaria delle famiglie italiane definendola «bassa»: cioè ne è interessata solo una famiglia su 10. «La crisi finanziaria ha concentrato l’attenzione sulla capacità delle famiglie di sostenere gli oneri di un debito rapidamente crescente, sebbene ancora su livelli nettamente inferiori a quelli registrati negli altri paesi avanzati. Ricerche recenti condotte nella Banca hanno utilizzato le informazioni dell’indagine relative ai patrimoni, ai debiti e ai redditi per analizzarne l’andamento in rapporto alle caratteristiche delle famiglie nel periodo dal 1991 al 2006. L’analisi conferma nel complesso una condizione di bassa vulnerabilità finanziaria delle famiglie italiane. La “fragilità finanziaria” – definita come la percentuale di famiglie con una spesa per debiti superiore al 30 per cento del reddito disponibile, risulta complessivamente limitata, pari al 2 per cento, e interessa una famiglia indebitata su dieci».

Nel corso del suo intervento il Governatore ha sottolineato il ruolo fondamentale della statistica indipendente per le decisioni di politica economica. «La statistica – dice Draghi – è essenziale per la politica economica: rivelando la realtà scuote le persone dall’ignoranza, comoda per giustificare l’inerzia dei loro comportamenti, prepara e informa il consenso politico necessario per l’azione conseguente, a cui dà il sostegno essenziale per misurarne l’intensità e la precisione. Perciò la discussione della politica economica deve ancorarsi a informazioni quantitative da tutti ritenute affidabili, più che a sondaggi spesso espressione di un’opinione pubblica largamente disinformata. È quindi fondamentale il ruolo della statistica ufficiale: la sua qualità soddisfa standard internazionali, è sottoposta allo scrutinio oculato della comunità scientifica. Per questo la sua indipendenza è essenziale e va tutelata in ogni suo aspetto»