Usa. Economia, crescita più bassa dalla fine della recessione
WASHINGTON, STATI UNITI – L’economia americana è cresciuta nella prima metà dell’anno al ritmo più basso dalla fine della recessione, e le previsioni per la seconda metà non inducono a bene sperare.
Consumi deboli, tasso deprimente di assunzioni e tagli nelle spese governative sono le cause contenute nel rapporto governativo sul secondo trimestre del quale l’Associated Press ha ottenuto anticipazioni.
Secondo gli economisti l’economia è cresciuta ad un ritmo annuale dell’1,7 per cento, mentre nei primi tre mesi dell’anno era cresciuta dell’1,9 per cento. Anche se l’economia dovesse riprendersi entro la fine dell’anno, la crescita nel 2011 sarà inferiore alla crescita del 2,9 per cento registrata l’anno scorso. Secondo gli economisti del RBC Capital Market, la crescita quest’anno dovrebbe essere del 2,3 per cento.
A rendere ancora più debole l’economia c’è la crisi del debito a Washington. Indipendentemente da quello che i legislatori democratici e repubblicani faranno per risolverla, le loro decisioni probabilmente rallenteranno la crescita nel breve periodo.
Un accordo per innalzare il tetto del debito includerà verosimilmente tagli di spesa nel lungo periodo, che sterilizzeranno lo stimolo governativo in un momento precario. Se d’altra parte il Congresso non troverà un accordo e si precipita nel default, i mercati finanziari cadranno e i tassi di interesse aumenteranno.
”Cominciamo il trimestre in condizioni peggiori di quanto pensassimo”, dichiara Nigel Gault, un economista dell’ IHS Global Insight, secondo il quale la crescita nel trimestre luglio-settembre sarà inferiore al 3 per cento, di contro alle precedenti previsioni del 3,4 per cento.
Ancor peggiori le previsioni di Goldman Sachs e JPMorgan Chase, che prevedono una crescita del 2,5 per cento, appena sufficiente a fermare la crescita della disoccupazione, che per cominciare a diminuire necessita di una crescita del 5 per cento.
