L’economia cresce a rilento e Draghi mette “a dieta” le banche
La notizia non ha fatto la gioia dei grandi soci delle nostre banche: la “cura” imposta dal governatore di Bankitalia Mario Draghi è severa. Le banche devono aumentare l’efficienza, ridurre i costi interni, rafforzare il patrimonio. Insomma una ricetta di prudenza e tagli che colpirà soprattutto i dividendi delle banche quotate in Borsa, che non saranno ovviamente molto generosi.
Questo è il risultato dell’incontro tra Draghi e i banchieri più importanti, i numeri uno di Unicredit, Intesa, Mediobanca, Monte dei Paschi, Ubi e Banco Popolare. La crescita, ha spiegato in sostanza Draghi, procede al rallentatore, a un tasso dell’1% annuo. In questo contesto gli utili vanno quindi usati per rafforzare gli Istituti.
La raccolta fondi è in salita e lo sarà per il lungo periodo: gli investitori mondiali sono poco propensi a investire sui titoli dell’eurozona. La crisi greca ha generato un aumento dello spread tra paese e paese e quindi la raccolta fondi è diventata più costosa anche per le banche italiane.
Non ci sono poi grandi segnali sul fronte della domanda di credito: con la crisi che ancora non demorde le imprese non hanno voglia di investire per crescere, almeno non ancora.