Economia Usa e mondiale si indebolisce: i segnali della crisi con Trump

di Caterina Galloni
Pubblicato il 22 Agosto 2019 - 05:30 OLTRE 6 MESI FA
Economia mondiale verso la crisi

Il presidente Usa Donald Trump (Foto archivio ANSA)

ROMA – Negli Stati Uniti con Donald Trump e a livello mondiale, ci sono segnali che l’economia potrebbe indebolirsi, avverte il sito americano Vox.com. Facendo seguire l’allarme con un breve vademecum della futura crisi.

Una recessione, l’opposto della crescita economica, potrebbe non concretizzarsi nel prossimo futuro e non dovrebbe essere così grave come la Grande Recessione del 2007-2009.

 Le voci di una recessione si sono intensificate quando la curva dei rendimenti si è invertita, il che significa che i tassi a breve termine sono più alti dei tassi a lungo termine. Ogni recessione moderna è stata preceduta da una curva dei rendimenti invertita.

Secondo la senatrice Elizabeth Warren anche l’aumento del debito indica una possibile recessione, e ha avvertito di una crisi finanziaria prima della Grande recessione basata sull’andamento del debito. Poiché l’economia americana è costruita sul debito, sostiene la Warren, è vulnerabile agli shock e manca di stabilità.

Uno dei principali motivi alla base di una possibile recessione: la guerra commerciale del presidente Trump con la Cina. Sembra improbabile che i due paesi raggiungano nel giro di poco tempo un accordo. La Casa Bianca sta cercando di eliminare qualsiasi preoccupazione riguardo a un’imminente recessione.

Larry Kudlow, primo consigliere economico di Trump, di recente ha rilasciato numerose interviste vantandosi dei bassi tassi di disoccupazione, aumento dei salari e fiducia dei consumatori. L’amministrazione Trump, tuttavia, sembra preoccupata riguardo a un rallentamento dell’economia.

Trump ha confermato che sta pensando a un’imposta sui salari per stimolare l’economia, contraddicendo le dichiarazioni del suo staff (anche se probabilmente non accadrà nel prossimo futuro). Per l’economia futura i segnali non sono fantastici e probabilmente non dovremmo aspettarci buone notizie com’è invece accaduto l’anno scorso. Ma, ancora una volta, non dobbiamo farci prendere dal panico. (Fonte Vox)