Fanta-politica. L’Economist ridisegna l’Europa per affinità economiche: il nostro Sud è un “Bordello” e sta con la Grecia

Pubblicato il 6 Maggio 2010 - 13:58 OLTRE 6 MESI FA

Non è l’Europa che conosciamo quella disegnata in questa mappa ma quella che “dovrebbe essere”. Almeno secondo il settimanale “Economist” che pubblica oggi una fanta-cartina del vecchio continente che più si avvicinerebbe alla situazione attuale degli Stati viste le diverse “antipatie o simpatie” tra i popoli e le nuove e future affinità che si verranno a creare. La proposta, fa parte di un programma inedito dal titolo “Redrawing the map” (ridisegnare la cartina geografica), una radicale risistemazione dell’Europa in base alle affinità economiche, sociali e linguistiche tra i Paesi.

E’ un giochino è vero, nemmeno troppo innocente però e un po’ razzista nei nostri confronti. Ma che ci riguarda in maniera particolare: che succederebbe se l’euro fallisse la sua missione, magari differenziandosi tra una moneta di serie A e una di serie B? Non è questione da poco e neppure circoscritta alla sfera della fanta-politica, visto che già circolano i nomi di quelle monete. Con “neuro” si definisce la divisa valutaria degli Stati virtuosi, con “sudo” quella dei reprobi sommersi dai debiti. E in tempi di federalismo spinto, di secessioni evocate da partiti di magguioranza, ci si può scommettere che la Lombardia preferirebbe accompagnarsi alla Baviera, piuttosto che alla Calabria.

Chi trova i propri vicini fastidiosi può sempre trasferirsi in un altro quartiere. Ma per un Paese è impossibile cambiare casa e confini. Immaginiamo, è la provocazione dell’Economist, che questo sia invece possibile. «Di certo una riorganizzazione della carta d’Europa renderebbe la vita degli Stati più logica e più “amichevole”». A partire da questo assunto il quotidiano riflette sull’Europa contemporanea che, così com’è, non rispecchierebbe la reale vicinanza, fatta di affinità di modelli e specularità di situazione economica. Per ovviare a questo dogma, il periodico si diverte a risistemare i confini del vecchio continente in base al new deal delle nazioni. E, sorpresa – per modo di dire –  il Sud Italia finisce con la Grecia e viene ribattezzato «Bordello».

Nella nuova mappa la prima ad essere “castigata” sarebbe la Gran Bretagna che, dopo le elezioni legislative, dovrà affrontare la terribile situazione in cui versano le finanze pubbliche. Colpita al cuore dalla crisi, si troverebbe più a suo agio con i Paesi sud-europei «che si trovano in una condizione analoga». Potrebbe, insomma, essere “rimorchiata” in una nuova posizione, nelle vicinanze delle Azzorre».

Il posto della Gran Bretagna potrebbe essere occupato dalla Polonia, per secoli stretta nella morsa di vicini ingombranti come la Russia e la Germania e che, secondo il settimanale, meriterebbe finalmente di «godere del vento frizzante del Nord Atlantico». Non solo, la sicurezza di essere circondata solo dal mare allontanerebbe per sempre le brame di potenziali invasori.

Va meglio a Francia e Germania, destinate a rimanere saldamente al loro posto. «Ma l’Austria dovrebbe spostarsi verso ovest, in posizione della Svizzera», traslocata invece nell’area dei Paesi Scandinavi.

Un’analisi che non ha nulla di eccezionale per molti, ma davvero spietata per altri, come appunto l’Italia, divisa in due parti. L’Economist rispolvera il vecchio e caro pregiudizio: indossando l’abito leghista s’immagina «una nuova alleanza regionale». Il Nord, promosso a pieni voti, si unirebbe a Germania, Francia, Austria, Slovenia e Croazia per costituire una confederazione che, nella fanta-politica del quotidiano, dovrebbe essere guidata «da un Doge di Venezia».

Nessuno sconto al Mezzogiorno, compresa Roma: «Separato dalla penisola andrebbe riunito alla Sicilia, così da formare un nuovo Paese, chiamato ufficialmente il Regno delle Due Sicilie». Ma con un soprannome coniato per l’occasione: «Bordello». Nella visione dell’Economist il colpo di tacco all’Italia è addirittura sprezzante e la riporta di 100 anni indietro. Non solo, la fanta-cartina immagina una sorta di riedizione della grande Grecia classica, con tanto di Magna Grecia nell’Italia meridionale. Una vera derisione toponomastica dove ad essere prese in considerazione non sono le radici culturali ma le analogie economiche tra il nostro Sud e la Grecia contemporanea, sprofondata nella crisi delle Borse. All’inganno si aggiunge la beffa: forse per alleviare le sofferenze dell’Europa e dell’euro, il quotidiano non vede per “Il Regno delle Due Sicilie” alcuna possibilità di salvezza e consiglia a “Bordello” di «formare una unione monetaria solo con la Grecia».

Infine, a guardare la mappa, la Repubblica Ceca si troverebbe a meraviglia con i nuovi vicini olandesi. Mentre la Bielorussia, che oggi non ha sbocchi sul mare e cerca in ogni modo di sgusciare dall’ombra della vicina Russia, si troverebbe d’improvviso a godere di una splendida vista sul Baltico, prendendo il posto di Estonia, Lettonia e Lituania. Le repubbliche baltiche migrerebbero altrove, da qualche parte vicino l’Irlanda. Come l’isola verde, vengono graziate dall’Economist, per aver attuato una politica di riforme invece di intraprendere la via più facile del deprezzamento della moneta o essersi indebitate come la Grecia. Nell’isola iberica Spagna e Portogallo rimarebbero al loro solito posto: saldamente in serie B.

Dalle nostre parti, intanto, lo sprezzante articolo dell’Economist ha già colpito nel segno e rischia di aggiungere legna alla brace: arriva proprio nei giorni in cui si stanno tenendo le celebrazioni dei 150 anni dell’ Unità. Da Roma immediate arrivano le repliche al quotidiano inglese: «La definizione di “bordello” data al Sud da Economist è particolarmente offensiva» commenta la senatrice Adriana Poli Bortone, presidente nazionale di Io Sud. «Tutta L’italia dovrebbe mostrare uno scatto di orgoglio e reagire non solo ad una simile definizione, ma anche ad una classificazione inammissibile fatta dallo stesso settimanale che colloca il Meridione insieme alla Grecia nella ripartizione tra aree geografiche più o meno ricche». Per la senatrice «questa suddivisione in base alle condizioni economiche, in pratica insinuerebbe il tarlo di non considerare il Meridione parte del territorio italiano, accostandolo invece ad altre nazioni». Nei giorni che ricordano i 150 anni dell’ Unità, «tutti gli italiani dovrebbero manifestare il loro amore per la Patria e reagire a simili provocazioni. Fatta l’ Italia, bisogna fare ancora gli italiani? Oppure fatta l’ Italia 150 anni fa, oggi si pensa di disfare tutto? E il federalismo in tal senso potrebbe contribuire a questa divisione tra due aree della stessa Nazione».