Elusione fiscale, Ue vs Irlanda “paradiso”: Google, Amazon, Starbucks nel mirino

Pubblicato il 19 Novembre 2012 - 15:05 OLTRE 6 MESI FA
Elusione fiscale, Ue vs Irlanda “paradiso”: Google, Amazon e Starbucks nel mirino (Foto LaPresse)

ROMA – La Commissione europea prepara una riforma contro le multinazionali per il reato di elusione fiscale. Nel mirino del fisco Ue sarebbero finiti Google, Amazon e Starbacks. L’Irlanda poi sarebbe il paese europea che ha più beneficiato, insieme alla multinazionali, delle falle nel sistema normativo in materia di fisco. Secondo le stime europee le multinazionali, portando i propri guadagni verso paesi meno aggressivi sulle tasse, sottraggono alle casse dei paesi membri della Ue ben 60 miliardi di dollari ogni anno.

Bruxelles, scrive Repubblica, sembra avere le idee chiare:

“La Commissione sembra orientata a chiedere che in primo luogo gli Stati membri adottino una definizione comune di ciò che costituisce un paradiso fiscale, e quindi sospendano o cancellino gli attuali accordi sulla doppia imposizione con tali paesi, impedendo così alle aziende di utilizzarli per evitare di pagare le tasse. La nuova definizione si baserebbe sul codice di condotta dell’Unione Europea in materia di tassazione delle imprese, i cui criteri per l’identificazione dei paradisi fiscali includono non solo la mancanza di trasparenza e di rifiuto di scambio di informazioni, ma anche pratiche come l’offerta di agevolazioni fiscali solo per le società non residenti”.

Al vaglio della Commissione Ue vi sono poi altri due passi da fare perché le società non scelgano paesi dove la “fiscalità è privilegiata”, scrive il quotidiano:

“Il primo è che gli Stati membri dovrebbero includere una clausola anti-abuso nella loro legislazione nazionale che permetterebbe alle autorità fiscali di non tener conto di eventuali prassi aziendali fatte a scopo fiscale, anziché commerciale. La seconda è che, al fine di evitare dei casi “doppia assenza di imposizione”, gli Stati membri dovrebbero inserire una clausola nei loro accordi sulla doppia imposizione, specificando che un paese è esentato dal pagare tasse sugli utili solo se tale reddito è tassato nell’altro Stato contraente”.

I più colpiti da tali misure, spiega Repubblica, sarebbero in primo luogo l’Irlanda che è diventata la base in Europa per numerose società americane che puntano al risparmio, come ad esempio Google che ha pagato 10 milioni di dollari in tasse a fronte di 4 miliardi di dollari di fatturato. Ci sono poi le altre multinazionali come Amazon e Starbucks:

“Un altro caso da manuale è quello di Starbucks in Gran Bretagna: in tredici anni, solo un esercizio si è chiuso in utile, grazie a una serie di accorgimenti fiscali che coinvolgono paesi fiscalmente soft come la Svizzera e l’Olanda. E neppure Amazon sfugge a queste regole. La multinazionale americana ha rivelato di essere passibile di una multa di 252 milioni di dollari in un documento pubblicato sul sito della Sec. La vicenda riguarda un contenzioso con il fisco francese”.