Eni-Enel, sul mercato il 5% in autunno. Stato sotto soglia controllo pubblico

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Agosto 2014 - 11:35 OLTRE 6 MESI FA
Eni-Enel, sul mercato il 5% in autunno. Verso lo Stato sotto soglia di controllo

Eni-Enel, sul mercato il 5% in autunno. Verso lo Stato sotto soglia di controllo

ROMA – Eni-Enel, sul mercato il 5% in autunno. Stato sotto soglia controllo pubblico. Collocamento più vicino per il 5% circa di Eni ed Enel. Fonti del Tesoro confermano l’anticipazione di stampa sul piano di Via XX Settembre per la cessione di un’ulteriore quota dei due gruppi energetici nel prossimo autunno. In modo diretto o indiretto, oggi il Governo controlla circa il 30% del capitale delle due società: mettendo sul mercato la quota immaginata si aspetta un ricavo di circa 5 miliardi, spendibili da subito a contenimento dello stock di debito pubblico.

L’azionista di riferimento metterà quindi a rischio il controllo azionario, spezzando il tabù della soglia del 30% nel controllo statale. Sarà scelto (tra fine settembre e novembre) il momento più adatto in base alle condizioni di mercato. Di Enel il Tesoro possiede direttamente il 31,2%: il 5%, agli attuali valori di Borsa, può fruttare 1,9 miliardi di euro. Il 5% del colosso petrolifero Eni vale 3,4 miliardi di euro, ma il Tesoro controlla solo il 3,6%, il resto a controllo pubblico (26,37%) è della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).

Non sarà un passo a cuor leggero per le strutture di Via XX Settembre, eredi di una tradizione quasi secolare di controllo pubblico delle imprese. Se ci si sta arrivando, è perché la mano di carte in mano al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan non dà molta scelta. È passato più di un anno da quando il suo predecessore, Fabrizio Saccomanni, iniziò a mettere in cantiere un nuovo programma di privatizzazioni per contrastare il continuo aumento del debito.

E sono passati sei mesi da quando Padoan stesso ha stilato una tabella di marcia anche più ambiziosa, che prevede vendite di attività per dieci miliardi l’anno da adesso fino al 2017. Di questi progetti sono stati riempiti molti documenti del governo, inclusi quelli mandati a Bruxelles. Ma dai primi annunci di oltre un anno fa, il Tesoro è riuscito a incassare appena 350 milioni da Cassa depositi e prestiti per la cessione parziale di Fincantieri: il piano originario sulla società di costruzioni navali aveva previsto entrate per 600 milioni. (Federico Fubini, La Repubblica)