Eni. Utile del 42% nel primo trimestre. Scaroni: “Risultati eccellenti”

Pubblicato il 27 Aprile 2012 - 08:46 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Eni chiude il primo trimestre con un utile in rialzo del 42% a 3,62 miliardi. L’utile netto adjusted e’ pari a 2,48 miliardi (+13%). Lo riferisce una nota del gruppo petrolifero. Nel primo trimestre 2012 ”Eni ha ottenuto risultati eccellenti grazie alla ripresa produttiva in Libia e all’incremento del prezzo del petrolio, nonostante un mercato difficile per Gas & Power, Refining & Marketing e Chimica”. Lo afferma l’ad Paolo Scaroni nella nota sui conti. La produzione di idrocarburi e’ stata pari a 1,674 milioni di barili al giorno, in calo dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma in crescita dello 0,2% escludendo l’effetto prezzo. Le vendite di gas hanno registrato una flessione del 5,3% a 30,61 miliardi di metri cubi a causa, si legge nel comunicato, ”della debolezza della domanda e dell’azione della concorrenza”. L’utile operativo adjusted e’ stato invece pari a 6,45 miliardi di euro, in aumento del 26,5% ”per effetto del miglioramento di performance della divisione Exploration & Production (+23,8%), trainata dal robusto andamento del prezzo del petrolio e dalla ripresa delle attivita’ in Libia.

L’incremento registrato dalla divisione Gas & Power (+57%) e’ dovuto all’attivita’ Mercato, il cui consistente aumento di risultato riflette i benefici economici delle rinegoziazioni dei contratti di approvvigionamento gas, alcune delle quali con efficacia economica retroattiva dall’inizio del 2011, e il miglioramento del paniere di acquisto per effetto della ripresa delle forniture libiche”. Si tratta di benefici, prosegue il comunicato, ”parzialmente compensati dalla debole dinamica della domanda in Italia e in Europa e dalla forte pressione competitiva che ha compresso i margini unitari. La divisione Refining & Marketing e la Chimica hanno registrato maggiori perdite operative a causa degli elevati costi della materia prima petrolifera non trasferiti nei prezzi finali di vendita, la cui dinamica e’ stata frenata dalla debolezza della domanda nei rispettivi mercati di sbocco”.

Tornando all’utile netto adjusted, la crescita si deve in particolare al ”miglioramento della performance operativa, parzialmente compensato dai maggiori oneri finanziari (-207 milioni), e dall’incremento di circa 6 punti percentuali del tax rate consolidato”. Quest’ultimo riflette il maggior contributo del settore Exploration & Production, ”soggetto a piu’ elevate aliquote fiscali, e l’incremento delle imposte correnti delle imprese italiane” dovuto all’introduzione e all’estensione della Robin Tax.

Gli investimenti tecnici ammontano a 2,87 miliardi e hanno riguardato principalmente lo sviluppo di giacimenti di idrocarburi, l’upgrading della flotta dei mezzi navali di costruzione e perforazione di Saipem, e delle infrastrutture di trasporto del gas. Il cash flow ammonta a 4,19 miliardi di euro. Nel comunicato sui conti approvati ieri dal cda, Scaroni ricorda che l’Eni ha concluso ”positivamente la rinegoziazione dei contratti con Gazprom. L’attivita’ esplorativa ha continuato a produrre ottimi risultati, con altre importanti scoperte in Mozambico e nuovi successi nel Mare di Barents”. L’ad si dice in particolare ”molto soddisfatto del recente accordo con Rosneft, che marchera’ la nostra attivita’ di esplorazione per molti anni rafforzando le nostre prospettive di crescita a lungo termine”.

Quanto all’evoluzione prevedibile della gestione, il gruppo petrolifero stima un 2012 ancora ”caratterizzato dai segnali di rallentamento della ripresa economica mondiale, in particolare nell’area euro, e dalla volatilita’ dei mercati”. I prezzi del petrolio resteranno comunque ”sostenuti dalla robustezza della domanda proveniente da Cina e altre economie emergenti e dai rischi geopolitici, in parte attenuati dal progressivo rientro della produzione libica”.

Le prospettive del settore gas sono invece ”sfavorevoli”, con una domanda ”debole, penalizzata dallo scarso dinamismo dell’attivita’ produttiva e dalla competizione delle fonti rinnovabili, mentre l’offerta di gas rimane abbondante. In tale scenario la forte pressione competitiva tendera’ a comprimere i margini unitari e a ridurre le opportunita’ di vendita”. Il management, infine, prevede il permanere di una situazione depressa per il settore europeo della raffinazione, con margini ”non remunerativi”. In particolare, per il 2012 la produzione di idrocarburi e’ prevista in crescita rispetto agli 1,58 milioni di barili al giorno del 2011, le vendite di gas sono previste sostanzialmente in linea rispetto al 2011 e quelle di prodotti petroliferi rete in Italia e resto d’Europa in flessione.