Enrico Bondi dalla spending review all’Ilva: sarà il prossimo ad

Pubblicato il 28 Marzo 2013 - 15:06 OLTRE 6 MESI FA

Enrico Bondi (foto LaPresse)

TARANTO – Prima il sì al bilancio e subito dopo la palla Ilva passerà a Enrico Bondi, l’ex supercommissario della spending review. Sarà lui, infatti, l’amministratore delegato del colosso siderurgico. L’annuncio arriva durante il precetto pasquale, a margine della messa officiata in fabbrica dall’arcivescovo, monsignor Filippo Santoro. Ci sono migliaia di lavoratori con le loro famiglie.

Il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, conferma l’ingresso nella rinnovata struttura societaria di  Bondi che ha già  firmato un contratto di consulenza. Dopo le indiscrezioni giornalistiche dei giorni scorsi, Ferrante lo dice agli operai: Bondi sarà amministratore delegato.  ”Questo approccio – ha spiegato Ferrante – gli sta consentendo di entrare nei meccanismi aziendali e di entrare come amministratore dopo l’approvazione del bilancio, che avverra’ nella meta’ del mese di aprile”.

Il presidente parla di ”svolta epocale” per gli azionisti. Il ciclone giudiziario che ha investito l’azienda poteva anche indurre i vertici societari a mollare, ma questo non e’ accaduto. Emilio Riva, il patriarca dell’acciaio, è  agli arresti domiciliari, come suo fratello Nicola. E’ destinatario di una misura restrittiva, ma si trova ancora a Londra, Fabio Riva, figlio di Emilio, per il quale è stata chiesta e avviata la procedura di estradizione.

”Abbiamo ragionato – ha aggiunto Ferrante – su nuovi assetti organizzativi della societa’ con l’obiettivo di rendere Ilva assolutamente indipendente e autonoma rispetto a Riva Fire che possiede l’87 per cento delle azioni di Ilva. In questo logo che vede Ilva e Riva Fire – ha aggiunto – qualcosa dovra’ cambiare. Dovra’ restare Ilva con la sua capacita’ di fare impresa e lavoro, capacita’ di sostenere gli investimenti”.

Ferrante ha invitato operai, quadri e dirigenti all’unità e ha ricordato ”le tempeste e le turbolenze” vissute a partire dal 26 luglio 2012, giorno del sequestro dell’area a caldo e della notifica delle prime ordinanze di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta per disastro ambientale. Un ”passaggio essenziale – secondo Ferrante – è stato quella dell’approvazione dell’Aia, che è diventata legge del nostro Paese. Io credo che buona parte del nostro futuro passa dall’applicazione dell’Aia, dal modo in cui sapremo rispettare le prescrizioni”.    Di futuro oggi all’Ilva di Taranto ha parlato anche monsignor Santoro nell’omelia.

”Qui a Taranto – ha affermato l’arcivescovo – ci siamo lasciati prendere dallo sconforto e dal fatalismo e ancora pensiamo che verra’ qualcuno a salvarci. Io, ancora una volta, invito tutti, specie chi ha ruoli di responsabilita’ a mettere in campo tutto l’impegno, le competenze ed il cuore per fare piu’ di quello a cui si e’ tenuti: il possibile e, finanche, l’impossibile per dare a Taranto il presente ed il futuro che merita. Non riusciremo a risolvere i problemi di Taranto, a schiodarla dalla sua croce, se non saremo uniti”.