Equitalia non pignora più in banca e alle Poste: stipendi e pensioni intoccabili

Pubblicato il 22 Aprile 2013 - 18:08| Aggiornato il 9 Febbraio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Equitalia non pignora più in banca e alle Poste. Pensioni e stipendi sono intoccabili fino a cinquemila euro. Lo ha stabilito la stessa Equitalia: stop ai pignoramenti sui conti correnti in cui vengono versati i soldi di salari e pensioni. La procedura, ha deciso Equitalia, va attivata sui datori di lavoro ed enti pensionistici solo nei casi in cui lo stipendio o la pensione superi i cinquemila euro. 

In questo modo viene colmato un vuoto legislativo. Per legge, infatti, quando si è in debito e non si paga è possibile pignorare una percentuale della pensione e dello stipendio che va dal 7 al 20 per cento se la cifra è sopra i cinquemila euro. Ma se lo stipendio o la pensione sono su un conto corrente in banca vengono considerati risparmi, e quindi possono essere pignorati interamente.

Considerato che, per legge, stipendi e pensioni superiori ai mille euro vengono addebitati automaticamente in banca, possono sempre essere pignorati. Equitalia è intervenuta proprio per colmare questo vuoto legislativo.

LA DECISIONE DI EQUITALIA – La decisione è contenuta in una circolare che il responsabile della divisione riscossione di Equitalia, Giancarlo Rossi, ha inviato agli amministratori delegati e ai direttori generali di tutte le società di riscossione partecipate.

Lo stop riguarda solo il prelievo sui conti correnti (e solo sotto il limite dei cinquemila euro di reddito da lavoro-pensione al mese) mentre per le procedure di pignoramento presso il datore di lavoro o l’ente pensionistico si procederà secondo le tradizionali regole: potrà essere pignorato 1/10 dello stipendio sotto i 2.500 euro mensili di reddito, 1/7 tra 2.500 e 5.000 euro 1/5 sopra questa soglia.

La circolare, che ha per oggetto ”pignoramenti a carico di lavoratori dipendenti e pensionati”, prevede che ”nelle more degli approfondimenti che si rendono necessari all’esito delle problematiche emerse in merito ai pignoramenti di conti correnti sui quali affluiscono stipendi o pensioni, si dispone, con decorrenza immediata, che per i contribuenti lavoratori dipendenti e/o pensionati non si proceda, in prima battuta, a pignoramenti presso istituti di credito/poste. Tali azioni saranno attivabili solo dopo che sia stato effettuato il pignoramento presso il datore di lavoro e/o ente pensionistico e che, in ragione delle trattenute accreditate, il reddito da stipendio/pensione risulti pari o superiore a cinquemila euro mensili”.