Eurogruppo con scontro Renzi-Katainen: “Non vogliamo lezioni dall’Europa”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Settembre 2014 - 20:38 OLTRE 6 MESI FA
Eurogruppo con scontro Renzi-Katainen: "Non vogliamo lezioni dall'Europa"

Matteo Renzi (Foto Lapresse)

MILANO – Meno tasse sul lavoro. L’Italia rispetterà il vincolo del 3%. Ma “non vogliamo lezioni dall’Unione Europea”. Si inaugura con un botta e risposta tra il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, e il commissario europeo agli affari economici Jyrki Katainen la due giorni di incontri sull’economia dell’Ue a Milano: venerdì 12 settembre l’Eurogruppo, sabato 13 l’Ecofin.

A rassicurare Bruxelles c’ha pensato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: “L’Italia rispetterà gli impegni presi con l’Europa sul deficit di bilancio, e si impegna a non salire oltre il 3% del rapporto deficit/PIl”, ha detto, quasi in risposta al governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, che aveva ricordato che “il target del 2,6% era un obiettivo compatibile con un quadro macro diverso”.

Sul 3% è intervenuto, via Twitter, anche il presidente del Consiglio:

“Noi rispettiamo il 3%. Siamo tra i pochi a farlo. Da Europa dunque non ci aspettiamo lezioni, ma i 300 miliardi di investimenti”.

Immediata la replica di Katainen:

“Non siamo maestri, ma siamo interpreti di quanto tutti i Paesi rispettano gli impegni presi e di quello che hanno promesso agli altri Paesi”.

L’Eurogruppo, da parte sua, ha ribadito l’impegno a ridurre il carico fiscale sul lavoro.

Riguardo ai conti pubblici italiani Padona, interpellato su un eventuale nuova legge di stabilità, ha spiegato che

“stiamo lavorando sulla legge di stabilità che per definizione è fatta sui conti, quando avremo i numeri sarete i primi a saperlo”.

Il ministro ha anche sottolineato che da parte della Germania “non ci sono resistenze” su un patto per la crescita in Europa:

“Il patto per la crescita è una proposta di tutti, è già sul tappeto, si fonda su riforme strutturali, mercato interno e finanza per la crescita. C’è una forte convergenza sull’idea che gli investimenti sono essenziali in tutta Europa per la crescita, i cui elementi fondamentali sono riforme strutturali che migliorano l’ambiente per le imprese, e più efficacia negli strumenti di finanziamento per attirare i capitali”.