Caccia all’evasione, ogni italiano “nasconde” 2mila euro

Pubblicato il 2 Giugno 2011 - 19:43 OLTRE 6 MESI FA

La mappa dell'evasione (Foto Lapresse)

ROMA – Ogni italiano nasconde in media al fisco 2.093 euro, il 13,5% del proprio reddito. Il tasso di evasione sale al 44,6% per chi ha un doppio lavoro, raggiunge il 56,3% per i lavoratori autonomi e gli imprenditori, vola all’83,7% sui redditi relativi agli immobili. E’ questa l’ultima fotografia sull’evasione fiscale in Italia contenuta nel rapporto finale di uno dei gruppi di lavoro sulla riforma fiscale, quello ”sull’economia non osservata”. Dalla stima emerge che il tasso di evasione è più alto al Centro (17,4%) che al Nord (14,8%), e meno nel Mezzogiorno (7,9%). Il rapporto – che solo lunedì sarà all’esame del gruppo di lavoro guidato da Enrico Giovannini, al quale partecipano le forze sociali, dalla Cgil alla Confcommercio, da Confindustria a Confedilizia – ripropone le diverse tipologie di calcolo dell’evasione, partendo dalla stima del sommerso effettuata dall’Istat.

I dati dell’economia ”in nero”, questi in parte già noti e riferiti al 2008, sono impressionanti. Vale da un minimo di 255 ad un massimo di 275 miliardi di euro ed è dovuta per il 37% a lavoro non regolare. Lavoro i cui valori non possono però essere direttamente riferiti come evasione fiscale perché, a seconda dell’imposta, il ”tax gap” tende a cambiare. Proprio per questo, guardando anche alle stime più organizzate di altri Paesi, il rapporto suggerisce al governo di mettere a punto indicatori con cadenza regolare, per aggredire il problema. Del resto già oggi l’Istat misura il sommerso e i lavoratori irregolari, che – ricorda lo studio – hanno raggiunto quota 2,96 milioni nei dati del 2009.

La vera novità del rapporto è però la nuova stima 2010 degli economisti Zizza e Marino inserita nel dossier. Confronta i redditi della famiglie raccolti dalla Banca d’Italia in modo anonimo con quelli dichiarati dai contribuenti. Gli italiani, che per l’istituto guidato da Draghi hanno un reddito medio di 15.449 euro, dichiarano al fisco 13.356 euro, ”dimenticando” circa 2.093 euro. L’evasione si annida soprattutto tra i redditi che non vengono tassati automaticamente: il tasso è al 56,3% per gli autonomi e gli imprenditori (15.222 euro di reddito celato) e sale all’83,7% per i rentier (17.824 i redditi nascosti). Non scherzano anche i doppio-lavoristi con un’attività che si somma a stipendio o pensione: il loro tasso di evasione è del 44,6%. Al contrario i pensionati dichiarano al fisco 83 euro in più di quanto emerge dall’indagine Bankitalia. L’indagine divide i redditi per diverse tipologie di contribuente. Gli uomini evadono più delle donne (17,3% contro il 9,9%), i giovani più degli anziani.

Sotto i 44 anni l’evasione è del 19,9%, in media di 3.065 euro, scende poi al 10,6% tra 44 e 64 anni (1.945 euro a testa), per poi assottigliarsi al 2,7% per gli over 64 (314 euro a testa). La ripartizione geografica, poi, vede i contribuenti del Centro in testa, con il 17,4% di reddito Irpef non dichiarato, contro il 14,8% di quelli del Nord e il 7,9% dei cittadini meridionali. Su questo dato non vengono nascosti i dubbi: il sommerso al Sud è più alto ma – viene suggerito – ”è però plausibile che, da un lato, i dati utilizzati colgano solo in parte i casi di evasione totale, la cui diffusione si ritiene essere accentuata nel Sud; dall’altro, i risultati possono riflettere la maggiore incidenza nel sud di lavoratori dipendenti impiegati nel settore pubblico e di pensionati”.