Ex Ilva: sparisce l’immunità. Senza, ArcelorMittal se ne va. Chiusura più vicina

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Ottobre 2019 - 09:53 OLTRE 6 MESI FA
Ex Ilva, sparisce l'immunità per ArcelorMittal

Gli impianti siderurgici ex Ilva a Taranto (Ansa)

ROMA – C’è l’intesa di maggioranza per eliminare la questione Ilva dal decreto ‘salva-imprese’ all’esame del Senato. Lo scudo penale salta e il nodo sarà affrontato in separata sede, seppure tempestivamente. Tanto che il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, a inizio settimana prossima incontrerà l’azienda che ora ha in mano lo stabilimento di Taranto, l’Arcelor Mittal.

Che pretende la massima tutela legale con la garanzia dello Stato per il fatto che gli impianti, finché non verranno ultimati i lavori in corso, non sono ancora del tutto a posto dal punto di vista ambientale. Sulla scelta dell’esecutivo, dopo l’ennesima giravolta, il Sole 24 Ore spende un titolo polemico per criticare un “caso di masochismo di Stato”.

L’emendamento M5S che sopprime l’immunità

I sindacati si dicono però preoccupati, temono che si generi caos e che i lavoratori rimangano senza posto. Tutto è iniziato con un emendamento M5s al provvedimento, su cui tra l’altro viaggiano anche degli aiuti per altre situazioni di crisi e le nuove tutele per i rider.

Nell’emendamento, firmato da 17 parlamentari Cinque Stelle, si chiede di sopprimere l’articolo che ripristina le tutele legali, collegandole all’esecuzione del Piano ambientale. Salvaguardie che erano state cancellate con il dl Crescita, in primavera, suscitando la reazione di Arcelor Mittal.

ArcelorMittal, senza scudo legale, molla

L’azienda aveva minacciato infatti di andarsene senza quelle garanzie. Il dl imprese ha reintrodotto le tutele. Ma adesso che si tratta di convertirlo in legge, entro il 3 novembre, i dubbi sullo scudo sono tornati, coinvolgendo alla fine tutto il gruppo Cinque Stelle a palazzo Madama.

Dopo incontri e riunioni è arrivata pure l’intesa di maggioranza. A fronte del via libera all’emendamento che elimina lo scudo c’è l’impegno del Governo a riaffrontare il tema cercando una nuova strada, una soluzione ad hoc, anche attraverso uno specifico provvedimento.

Crisi Ilva al punto di partenza

Così facendo il caso Ilva si potrebbe riaprire dalle fondamenta, a solo un anno dall’ultimo accordo con i sindacati e a pochi giorni dalla nomina del nuovo amministratore delegato, Lucia Morselli. “Bisogna tenere insieme sviluppo industriale, occupazione e riconversione ambientale”, dice il capogruppo Iv al Senato Davide Faraone.

Le opposizioni però non ci stanno. Il leader della Lega, Matteo Salvini, si dichiara “terribilmente preoccupato per Ilva”, così come per Whirlpool e Alitalia. Per Fi parla Annamaria Bernini che sottolinea come si cambi in corso d’opera “una misura voluta da Di Maio”.

“Fornito agli indiani l’alibi per andarsene”

Lo stralcio dell’articolo su Arcelor Mittal coglie di sorpresa anche i sindacati. Duro il commento della Fim Cisl, con Marco Bentivogli che giudica “schizofrenico” l’atteggiamento del Governo. Esecutivo che “fornisce un buon alibi all’azienda per andare via”, incalza.

Sulla stessa linea Rocco Palombella della Uilm, che ricorda come l’azienda già perda “due milioni di euro al giorno”. Per Gianni Venturi della Fiom Cgil si rischia “ulteriore incertezza” per l’ex Ilva e i suoi 11 mila lavoratori, di cui oltre 3 mila sono in cassa integrazione. (fonti Ansa, Sole 24 Ore)