Fabrizio Saccomanni: “Iva a luglio? Prima gli investimenti”

Pubblicato il 29 Maggio 2013 - 11:50 OLTRE 6 MESI FA
Fabrizio Saccomanni: "Iva a luglio? Prima gli investimenti" (Foto Lapresse)

Fabrizio Saccomanni: “Iva a luglio? Prima gli investimenti”

ROMA – L’aumento dell’Iva dal 21 al 22% scatterà inesorabilmente tra 32 giorni esatti a meno che il governo non intervenga rapido con un decreto. Ma le parole del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni fanno apparire questa ipotesi decisamente lontana. Al ministero dell’Economia sono già al lavoro per cercare coperture che consentano la riduzione, nuovi tagli di spesa. Ed è inutile puntare gli occhi sullo stop alla procedura di infrazione per deficit eccessivo da parte dell’Ue: libererà risorse ma solo nel 2014. Mentre il 2013 è già blindato con Bruxelles: per pagare parte dei debiti arretrati della Pubblica amministrazione il deficit arriverà al 2,9%. Cioè appena un decimale sotto il livello critico del trattato di Maastricht. Quello che se si supera fa scattare una nuova procedura.

Bisogna dunque fare i conti preventivamente con una tassa indiscriminata che, è un coro a più voci, colpirà soprattutto i meno abbienti e le famiglie con più figli. Con rincari per una famiglia media che alcuni valutano fino a circa 350 euro l’anno.

Saccomanni spiega che la procedura di infrazione europea nei confronti dell’Italia potrebbe essere chiusa e ”ci sono ottime chance”. Ma eventuali margini di intervento ”si aprono soprattutto per il 2014”. Ma a chi chiede espressamente se sia possibile sterilizzare l’aumento dell’Iva il ministro replica: ”Dobbiamo concentrarci sugli investimenti”. Una prudenza dovuta al ruolo di ”guardiano dei conti”, anche se i tecnici sono al lavoro per fermare l’aumento non voluto, in particolare dal Pd che preferirebbe utilizzare risorse più su questo fronte che sull’Imu.

A conferma delle scarse possibilità di intervento, giungono poi le parole del ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, che certo non sono incoraggianti: ”Non dico che l’aumento di un punto dell’Iva sia inevitabile, ma bisogna prima verificare l’equilibrio complessivo del bilancio”.

Insomma tanto Saccomanni, quanto Delrio non sono in grado di garantire un sì secco e deciso alla cancellazione dell’aumento. Segno che il problema è tutt’altro che risolto al momento. E non è certo l’unico problema: ci sarebbero anche da trovare i soldi per evitare l‘aumento della Tarsu, far ripartire gli incentivi edilizi, aiutare i giovani a trovare un impiego, ecc ecc.

Una buona notizia però c’è sul fronte salute: il governo – conferma sempre Saccomanni – ha all’esame la questione dei ticket sanitari. ”Di questo abbiamo parlato con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, stiamo lavorando”. Ma la notizia non è altrettanto positiva per i conti pubblici che nel 2014 si troveranno con 2 miliardi in meno. Due miliardi che però sarebbero stati già coperti con una razionalizzazione delle spese. Non altrettanto ottimismo si riscontra però nelle strutture sanitarie dove ormai statisticamente si interviene solo in casi gravissimi e ci sono enormi difficolta’ a fornire anche la minima assistenza.

Insomma al momento c’è poco da stare allegri e gli appelli al governo per evitare ulteriori inasprimenti si moltiplicano di giorno in giorno: in testa c’è il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, rispondendo indirettamente alla cautela espressa da Saccomanni sull’Iva, spiega: ”E’ inevitabile cancellare ogni ipotesi di ulteriore aumento dell’Iva, perché va contro la domanda interna, che vale l’80% del Pil, ed è l’elemento fondamentale per consentire la crescita”. Anche perché, se non bastassero i cali recenti, Sangalli ricorda che ”abbiamo ancora un 2013 nel quale noi prevediamo una diminuzione del Pil dell’1,7% e del 2,4% dei consumi”.