Federalismo, fabbisogni standard di Comuni e Province a regime solo nel 2017

Pubblicato il 20 Ottobre 2010 - 17:56 OLTRE 6 MESI FA

Lavori in corso sul decreto attuativo del federalismo fiscale che riguarda i fabbisogni standard di Comuni e Province. Il testo è all’esame della commissione bicamerale per il federalismo fiscale e delle altre commissioni competenti di Camera e Senato, ma il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli ha messo a punto in una nuova bozza di testo, di cui l’ANSA è entrata in possesso, una serie di limature rispetto al decreto che ha avuto il via libera preliminare del Consiglio dei ministri a fine luglio scorso.

Tra le novità della bozza c’è lo slittamento di un anno dell’entrata a regime vera e propria del provvedimento che arriva, così, nel 2017. Arrivano poi gli ”obiettivi di servizio” determinati nella Finanziaria, oggetto di un nuovo articolo ad hoc del decreto, ai quali vanno progressivamente adattate funzioni fondamentali e livelli essenziali delle prestazioni di Comuni e Province. Arriva, poi, la conferenza di coordinamento della finanza pubblica e un maggiore controllo delle Camere e del Tesoro sul calcolo dei fabbisogni standard.

Ecco, nel dettaglio, le novità del testo:

Fabbisogni standard a regime dal 2017. Un anno in più per la completa adozione dei fabbisogni standard, a regime dal 2017. La tempistica del nuovo testo prevede infatti che dal 2011 vengano determinati i fabbisogni standard per almeno un terzo delle funzioni fondamentali di Comuni e Province, che entrano in vigore nel 2012. L’anno successivo vengono determinati almeno due terzi delle funzioni fondamentali in vigore dal 2013 e, nello stesso anno vengono determinati i fabbisogni standard per tutte le funzioni fondamentali che entrano in vigore nel 2014 con ”un processo – si legge nella bozza – di gradualità diretto a garantire l’entrata a regime nell’arco del triennio successivo”.

Obiettivi servizio. Nell’ambito della Finanziaria o con un collegato alla manovra, il governo propone una serie di norme ”di coordinamento dinamico della finanza pubblica” per la convergenza dei fabbisogni standard e ”un percorso di convergenza degli obiettivi di servizio alle funzioni fondamentali e ai livelli essenziali delle prestazioni” di Comuni e Province.

Conferenze coordinamento della finanza pubblica. Gli obiettivi di servizio vengono monitorati dalla Conferenza di coordinamento della finanza pubblica. Si tratta di un organismo previsto dalla legge quadro della riforma di cui fanno parte rappresentanti di tutti i livelli di governo e che vigila sul rispetto degli obiettivi di finanza pubblica e sui meccanismi sanzionatori o di premialità per amministrazioni ‘virtuose’ e ‘intemperanti’.

Gli enti virtuosi incassano il surplus. La differenza positiva eventualmente realizzata in ciascun anno finanziario fra il fabbisogno standard e la spesa corrente effettiva che risulta dal bilancio dell’ente locale è acquisita a bilancio dall’ente.

Più dati e formule statistiche. Nella determinazione dei fabbisogni standard la Sose si avvale della collaborazione dell’Istat. E, per quanto riguarda la determinazione degli standard, i dati strutturali e contabili degli enti locali vengono acquisiti sia da banche dati ufficiali, sia con riclassificazione delle informazioni dei certificati contabili. Vengono sperimentate diverse formule statistiche (non più solo gli studi di settore, dunque) e vengono definiti anche indicatori per dare dei riferimenti agli enti locali.

Camera e Tesoro controllano i calcoli. I fabbisogni standard per ciascun Comune e Provincia vengono pubblicati in un decreto del presidente del Consiglio dopo la verifica della Ragioneria sull’invarianza dei saldi. Sullo schema di decreto c’è il parere della commissione bicamerale per il federalismo fiscale.