Ferrovie dello Stato: privatizzazione. Ma 60% resta pubblico

di Edoardo Greco
Pubblicato il 23 Novembre 2015 - 11:54 OLTRE 6 MESI FA
Ferrovie dello Stato: privatizzazione. Ma 60% resta pubblico

Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio con il presidente del Consiglio Matteo Renzi –
Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – Via alla privatizzazione delle Ferrovie dello Stato. L’annuncio lo ha dato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. Il quale ha anche precisato che il controllo delle Fs resterà in mano pubblica, visto che la parte da privatizzare non andrà oltre il 40% delle quote azionarie.

“Il 40% potenzialmente alienabile andrà ad un azionariato diffuso e investitori istituzionali”, ha spiegato Delrio durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. “Questo è l’avvio di una direzione per garantire maggiore efficienza, un avvio di percorso che riguarda essenzialmente i servizi a mercato”.

Quanto al ricambio al vertice, il primo appuntamento è fissato per giovedì 26 novembre, giorno in cui si riunirà il consiglio d’amministrazione. In quell’occasione, in cui appare del tutto improbabile che il board, in questa situazione di grande incertezza, affronti il tema delle nomine delle controllate Trenitalia e Rfi (dopo l’uscita dei rispettivi presidenti, Marco Zanichelli e Dario Lo Bosco), qualcuno potrebbe presentare le proprie dimissioni.

Le opzioni possibili sono almeno due: potrebbero presentarsi dimissionari il presidente Marcello Messori e l’a.d Michele Mario Elia, che sarebbero divisi proprio sulla questione più importante, vale a dire la privatizzazione. Se così sarà, il ministero delle Finanze potrebbe limitarsi a sostituirli mantenendo l’attuale consiglio d’amministrazione.

Se invece nessuno dei due dirigenti intendesse farsi da parte, potrebbero essere gli altri consiglieri (almeno cinque su nove) a dimettersi per far cadere l’intero cda e consentire al ministero delle Finanze il ricambio, che palazzo Chigi reputerebbe necessario per accelerare sul fronte privatizzazione.

L’intenzione di Delrio è sempre stata quella di cedere solo una quota di Trenitalia, lasciando che “l’infrastruttura resti in mano pubblica”. Il ministro, che sottolinea come su questo scenario starebbe “convergendo il governo”, anche se secondo quanto si apprende ci sarebbero in realtà delle resistenze all’interno dell’esecutivo, è infatti assolutamente “contrario alla quotazione della rete insieme ai treni. In tutta Europa l’infrastruttura ferroviaria è a maggioranza pubblica e neutrale, al servizio dei cittadini e della concorrenza. Persino in Gran Bretagna, dove era stata malamente privatizzata, la rete sta tornando sotto il controllo dello Stato. Una volta salvata la maggioranza pubblica dei binari sono disposto a discutere di ogni altra soluzione su quanto e come quotare il resto, a partire da Trenitalia”.