Chrysler corre e Fiat no: la punizione delle Borse

Pubblicato il 27 Luglio 2011 - 13:17 OLTRE 6 MESI FA

Sergio Marchionne (lapresse)

TORINO – Chysler corre e Fiat arranca: il risultato è questo nel primo giorno di apertura ai mercati con la doppia targa. I titoli del gruppo sono stati puniti dalla Borsa con un ribasso che ha toccato quota 4,5 per cento. L’amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne ha colto l’occasione per avvertire:  “Su Pomigliano non ci faremo minacciare”.

“Se il sistema Italia non aiuta trarremo le conseguenze”, ha aggiunto. Secondo quanto ricostruisce Vittorio Malagutti del Fatto da Piazza Affari non sono arrivati applausi “per una relazione semestrale (al 30 giugno) che in qualche modo segna una svolta storica. Nei conti viene infatti consolidata per la prima volta anche la Chrysler, dopo che a fine maggio Torino ha raggiunto la maggioranza assoluta nel capitale della casa di Detroit. Ai dati Fiat sono quindi stati aggiunti i risultati del mese di giugno del gruppo Usa”.

Secondo il quotidiano “si arriva a ricavi per 22,4 miliardi di euro (più 24 per cento sul semestre 2010) con utili della gestione ordinaria (quella industriale) di 776 milioni (più 44 per cento) e profitti netti per 1,27 miliardi rispetto ai 4 milioni di perdite dei primi sei mesi dell’anno scorso”. Questo però non sarebbe proprio un boom come sembra. Ecco perché secondo Malagutti:  “In realtà, i numeri vanno interpretati al netto dell’apporto Chrysler e di poste straordinarie che nei primi sei mesi dell’anno sono state numerose. Punto primo: più di un miliardo di utili derivano da un’operazione contabile. E cioè la rivalutazione della quota di Chysler sulla base del prezzo pagato nelle settimane scorse da Fiat per comprare il 6 per cento ceduto dal governo Usa. Punto secondo: senza il traino del business a stelle strisce il fatturato si riduce a 19,2 miliardi, con una crescita del 6 per cento rispetto al primo semestre del 2010, il risultato della gestione ordinaria passa a 626 milioni (più 16 per cento) e l’utile netto si assesta a 113 milioni, cioè 94 milioni in più dell’anno scorso. I profitti supplementari arrivano dalla componentistica, in particolare Magneti Marelli”.