Fiat, Chrysler e Opel/ Marchionne litiga con la Ue ma fa la pace con i sindacati canadesi

Pubblicato il 24 Aprile 2009 - 14:27 OLTRE 6 MESI FA

Lingotto di lotta. Contro il commissario europeo all’Industria Guenter Verheugen, che a una radio tedesca ha espresso perplessità sulle operazioni Chrysler e Opel della casa torinese: «Mi chiedo dove trovi i soldi – ha detto polemicamente il commissario – un gruppo così altamente indebitato». A queste parole ha replicato a muso duro l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne: «è una sentenza di morte». Infuriato anche il ministro degli Esteri Franco Frattini: «inaccettabile interferenza». E nel pomeriggio arriva una notizia che chiude (parte) della questione: «Non c’è nessuna offerta Fiat per Opel».

In mattinata Marchionne aveva sganciato la prima bomba contro Verheugen: «Dal commissario responsabile per l’impresa e l’industria mi sarei aspettato un dialogo costruttivo con i produttori europei per risolvere i problemi che stanno impattando negativamente sull’industria invece di sentenze di morte, scegliendo unilateralmente chi debba sopravvivere»

Marchionne ha accusato il commissario Ue di non essere super partes, cioè di fare discriminazioni in base alla nazionalità, e ha ricordato che «è la seconda volta nel giro di pochi mesi che Verheugen ha espresso opinioni che non sono costruttive per l’industria dell’auto, affermando a un certo punto che non tutti i costruttori europei sopravviveranno».

All’Ad Fiat si è unito Frattini: le parole di Verheugen sono «un’inaccettabile interferenza. Spero che il presidente della Commissione europea (Josè Manuel Durao Barroso) vorrà smentire le improprie dichiarazioni». Per Emma Marcegaglia, numero uno di Confindustria quello del commissario Ue è «un atteggiamento grave, che in un certo senso distrugge l’Europa», perché sostanzialmente protezionista.

Intatto oltreoceano c’è un Lingotto di governo che è prossimo a trovare un accordo con i riottosi sindacati canadesi della Chrysler, uno dei punti più difficili dell’accordo con gli americani. Il capo della Caw (Chrysler Auto Worker union) Ken Lewenza, rappresentante degli operai, si è dimostrato ottimista: «Con un grande sforzo da parte di tutti, dovremmo arrivarci entro venerdì. Ho parlato con rappresentanti Fiat e mi hanno detto chiaramente che loro non hanno interesse all’alleanza con Chrysler, se non verrà trovato un accordo con noi».

La casa torinese vuole ridurre di 19 dollari il costo orario della manodopera canadese. Giovedì fra le proposte delle due controparti c’era una differenza di soli due dollari, ha rivelato una fonte vicina ai negoziatori.

Antonio Sansonetti