Fiat, “cuore” e soldi in Italia. Marchionne convince il governo, ma non su tutto

Pubblicato il 12 Febbraio 2011 - 14:02 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un “cuore” italiano e, soprattutto, i soldi in Italia. L’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne convince, promettendo investimenti da 20 miliardi di euro e il raddoppio della produzione di auto, il governo italiano. Convince veramente il governo oppure il governo si è lasciato convincere? Già perchè un investimento di 20 miliardi di euro nel mercato dell’auto non sono una somma poi così elevata. E poi, un “cuore” italiano ma in quale sede? Questo dubbio non è stato risolto, c’è ancora del mistero.

”Il presidente e l’amministratore delegato della Fiat, John Elkann e Sergio Marchionne – si legge in una nota del Governo dopo l’incontro – hanno confermato al Governo l’intenzione di perseguire gli obiettivi di sviluppo della multinazionale italiana, che prevede la crescita della produzione nel nostro paese da 650 mila a 1 milione e 400 mila auto, un obiettivo sostenuto da un investimento di Fiat e Fiat Industrial per circa 20 miliardi di euro”.

“Il Governo – si legge ancora nella nota – ha preso atto positivamente delle intenzioni manifestate dall’azienda e del suo ruolo sul mercato globale” ed ha inoltre ”confermato che concorrerà  a realizzare le migliori condizioni di competitività perché gli investimenti previsti in Italia siano il volano per raggiungere il piu’ alto posizionamento rispetto ai concorrenti del settore”.

“Fiat – ha detto il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani – è una grande multinazionale che si sta espandendo nel mondo ma che rimane con un cuore italiano”. Per il ministro l’ad Sergio Marchionne ed il presidente John Elkann hanno ”confermato di voler investire in Italia”, considerando il nostro Paese ”un punto di partenza per una azienda che vuole investire nel mondo intero, anche aprendo nuovi mercati”.

”Il futuro di Fiat,  il suo radicamento in Italia, l’effettiva realizzazione degli altri investimenti ipotizzati sono condizionati alla governabilita’ degli stabilimenti” ha invece  detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.

Su questo ”abbiamo riconosciuto concordemente – ha aggiunto Sacconi – governo, regione, comune e provincia l’ importanza di relazioni industriali costruttive”. E’ ”questo il cuore del problema, lo abbiamo condiviso tutti”, ha sottolineato.