Fiat e Chrysler/ Chi pagherà il conto?

Pubblicato il 18 Aprile 2009 - 11:04 OLTRE 6 MESI FA

Trattative a ritmo serrato e su più fronti a Detroit per il possibile ingresso di Fiat in Chrysler.

Al di là del trionfalismo che si avverte sui giornali italiani, i problemi ancora sul tappeto sono molti. Il principale capitolo aperto è quello dei diritti, vantaggi e benefit di cui godono i lavoratori americani, anche quando sono in pensione, di gran lunga superiori a quelli dei loro colleghi del Lingotto.

C’è una forte corrente d’opinione americana che preferirebbe una grande fusione tra General Motors e Chrysler, che darebbe vita a un gigante tutto americano in grado di competere con i titani giapponesi.

Il presidente Barack Obama ed il governo preferiscono l’ipotesi Fiat perchè è quella maggiormente in grado di garantire l’occupazione: non si deve dimenticare che la base elettorale di Obama include una gran maggioranza di lavoratori dell’auto e che questi ultimi, quando il presidente aveva dimostrato un atteggiamento molto rigido nei confronti del settore avevano manifestato rumorosamente il loro malcontento.

Un altro elemento su cui gli entusiasmi italiani rischiano una doccia fredda è su chi comanderà a Detroit. A parte il fatto che sulla Chrysler ha rischiato di schiantarsi il colosso tedesco Daimler (Mercedes), si deve ricordare che la Fiat non avrà più del 20% della Chrysler. Inoltre, pur con la disponibilità dell’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, di occupare anche la poltrona di capo esecutivo della Chrysler, le informazioni che arrivano da Detroit sono un pò diverse.

Nel suo memo ai dipendenti per illustrare il possibile accordo con Fiat, l’attuale capo di Chrysler, Robert Nardelli, precisa che ci sarà un nuovo consiglio d’amministrazione, formato in prevalenza da consiglieri indipendenti e che il capo esecutivo dell’azienda sarà scelto da quel consiglio e che sarà persona diversa dal presidente. A chi andranno le cariche a Detroit nessuno lo dice.

Resta poi il più drammatico degli interrogativi. Se il governo americano ci tiene tanto a Fiat perchè è convinto che questo sia nell’interesse dei lavoratori americani, non è che il conto lo pagheranno i lavoratori italiani?